PROBLEMI NELLE TERRE ALTE - HENGIST - 14/07



GDR
Le urla disperate di Morgon risuonarono per tutto l'accampamento, ormai in silenzio se non per i rantoli affaticati dell'Orchetto che il Mago stesso aveva colpito con la propria fionda; Morgon era sceso dall'albero e aveva rovistato concitatamente un po' dappertutto in cerca di qualcosa: niente della sua freddezza, del suo solito distacco, sembravano rimasti in lui, e la cosa colpì Hengist più di quanto avesse fatto la crudele lama del Goblin con cui si era scontrato pochi minuti prima.

Ma poi, come colpito da un fulmine, il Mago raddrizzò la schiena e riprese il proprio comune portamento. Spostando lo sguardo sull'Orchetto rantolante, estrasse l'affilato pugnale che assieme alla pipa portava sempre in ogni viaggio e, dopo averlo alzato pesantemente da terra, gli puntò la lama alla gola rivolgendogli minacciose parole in una lingua che il Chierico non riuscì minimamente a comprendere: l'enfasi e l'aggressività dimostrata dal compagno, però, di certo non aveva bisogno di spiegazioni.

"Morgon! Per Pelor, che è successo?" disse Hengist in modo che il proprio compagno potesse udirlo distintamente, e avvicinandosi a lui con il lento incedere che la ferita al fianco gli permetteva.

Giunto a pochi passi di distanza dal Mago, il Chierico lo osservò in pieno volto e il misto di freddezza e crudeltà della sua granitica espressione lo fecero rabbrividire; ponendogli una mano sulla spalla nel tentativo di calmare i suoi bollenti spiriti, disse ancora:

"Calmati e parliamone tutti assieme, amico mio."

Commenti