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FUGGITIVI - 11/05/1489 - Arbèa, Isurus, Trotik, Ulderì

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  "Appunto: non serviva attaccare, nè difendersi, nè fuggire: l'avevo detto...!" La determinazione di Isurus non era in dubbio. Facendo un rapido cenno ai suoi compagni, seguì la donna, con l'alabarda abbassata. Passando accanto al nano, di fermò solo un istante.  "Vedo che ti è andata bene una volta... Ricordati che avere entrambi gli occhi che funzionano è fondamentale per calcolare con precisione le distanze. Stai più attento, mi raccomando." Detto questo, proseguì. Ulderì raccolse il suo equipaggiamento, e con una certa soddisfazione si avviò dietro il tritone:  "Credevate mica che volessimo ancora combattere: per un po' ne abbiamo abbastanza. Ho quantità di materiale per le mie storie che non avete idea... Quantità e qualità, beninteso." Si voltò. "Vieni, Arbea, non ti fa bene stare a lungo in luoghi chiusi, lo sai..." Anche la driade lo seguì, e così fece pure Trotik. Tutti e quattro parevano sollevati e fiduciosi nei confronti ...

FUGGITIVI - 11/05/1489 - Arbèa, Isurus, Trotik, Ulderì

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 Il tritone guardò la gnometta. Gli altri guardarono il tritone. Questi scosse la testa. "Attacco, difesa o fuga, eh? Non contempli altre possibilità...?" Dopo una breve pausa riprese:  "Per una buona strategia, anche solo per una buona tattica, occorre prima di tutto conoscere il nemico. Non lo conosciamo. Inoltre... " - proseguì indicando il piano di sotto con la punta dell'alabarda - "...inoltre, e questo è il punto più importante, non sappiamo neppure se chi sta arrivando sia un nemico!".  Ulderì ascoltò e annuì: "Già. A conferma di quel che dice Isurus, aggiungo questo: se chi viene qua, nel covo di Achab, usa l'esplosivo, non è di certo un amico di Achab. E poi sono stufo di attaccare e di fuggire.  Basta! Hanno detto che qualcuno ha sentito il botto fin dalla piazza del mercato: benissimo, vuol dire che non siamo lontani dalla casa di Trotik. Non sappiamo chi sta arrivando? Lo scopriremo!" Detto questo, si infilò in una vasca vuota...

FUGGITIVI - 11/05/1489 - Arbèa, Isurus, Trotik, Ulderì

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Mai si era vista un'attesa così lunga per una scelta così semplice. Farsi accompagnare dal goblin o salire in autonomia? Un vero dilemma. Nell'attesa di ricevere risposta dagli avventurieri, il goblin si addormentò. Dopo lunghissimi istanti di silenzio - più d'uno dichiarò poi che scorsero diversi minuti, qualcuno si arrischiò a dire che passarono addirittura 17 minuti, ma si tratta di un dato non verificabile - ecco che Trotik decise di svegliare il goblin sferrandogli un calcio cul calcagno: "Su dai, andiamo!" e rivolgendosi ai compagni aggiunse "Possiamo seguirlo perché così abbiamo un ostaggio...". Arbèa si accodò tenendosi a distanza con fare circospetto. Ulderì sbuffò: "Ancora quest'idea che i goblin possano fungere da ostaggio... Ve l'avevo già spiegato con la questione di Luscius: al capo qua, chiunque esso sia, se muore un goblin non interessa... Va be', andiamo". Ulderì recuperò il suo equipaggiamento, dando un'occhiat...

FUGGITIVI - 11/05/1489 - Arbèa, Isurus, Trotik, Ulderì

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Trotik si alzò e uscì dalla vasca. Quando fu fuori da essa alcune domande presero a ronzargli nella mente. Dove siamo? Che cos'è questa cosa appiccicosa? Quando si rese conto di cosa stava accadendo prese un polipetto come se fosse un'arma e si mise vicino ai suoi compagni. Visto l'esito positivo della sua azione, Isurus balzò fuori dalla vasca e si piazzò in mezzo all'uscita con l'alabarda disposta in orizzontale, in modo da bloccare l'eventuale fuga dei goblin. "Bene, iniziamo a ragionare. Il ragazzo riccioluto vi ha chiesto di disegnare una mappa: è ovvio che non ci serve per salire sopra, ma ci serve la mappa del piano di sopra. Quanti siete in questa guarnigione? Cosa c'è al piano di sopra?". Dopo aver lasciato che il tritone proteggesse la via di fuga, il bardo si avvicinò al goblin con cui aveva avviato il dialogo e gli sorrise. "Già, come dice il mio amico, iniziamo a ragionare... e continuiamo. Vedete, ci piace ragionare in compagnia...

FUGGITIVI - 11/05/1489 - Arbèa, Isurus, Trotik, Ulderì

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Solo il rumore causato dal capitombolo di Lok'Tar svegliò finalmente del tutto i compagni che ancora erano nelle vasche. Si erano già tolti dal volto i tentacoli, ma negli istanti precedenti erano rimasti ancora un po' confusi. Quindi ecco che, resosi conto della situazione, solo Isurus ebbe la prontezza necessaria per una reazione immediata. Prima ancora che i goblin urlassero, drizzò la schiena, e sebbene seduto nella vasca tirò con la sua balestra verso uno dei due goblin che stavano fuggendo:  "Fermi voi! O siete morti!" Il tono di voce era perentorio, determinato, lo sguardo fisso e feroce.  Trotik, dopo i primi attimi di disorientamento, non pareva molto preoccupato, era piuttosto incuriosito; guardò Ariel, confidando nella sua sagacia. Arbèa era invece intimorita e assalita da ribrezzo: nella foresta in cui viveva non accadevano questi tipi di incontri; si toccò il viso, per accertarsi che nulla vi fosse ancora attaccato. Ulderì si alzò lentamente. Il contatto ...

RINNEGATI - 12/09/1000 - di Arbèa, Isurus, Trotìk e Ulderì

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E' un problema se gli strumenti musicali vengono a contatto con l'acqua. E' un vero peccato se vengono totalmente immersi in un liquido. E' un sacrilegio se vengono abbandonati in un lago. Eppure, ad Ulderì non venne in mente altra soluzione. Avrebbe rischiato di affogare. Provò a slacciarsi lo scarpone destro, ma non riuscì; con il sinistro non provò nemmeno. A fatica, si tolse l'armatura di cuoio, e a malincuore si sfilò lo zaino. Parzialmente liberato dal peso di questi oggetti, riuscì finalmente ad avanzare di qualche metro verso la riva. Dopo cinque o sei bracciate, si voltò per guardare il liuto. Era notte, faticò ad individuarlo. Ma dopo qualche secondo, eccolo lì: la sagoma tondeggiante, marrone scuro, galleggiare sull'acqua. Il bardo lo guardò, per un ultimo saluto al compagno di taverna, come si saluta un amico fedele che sta irrimediabilmente annegando. Le onde lo muovevano facendolo roteare adagio su sé stesso. Ulderì attese che il moto lo facesse vo...

RINNEGATI - 12/09/1000 - di Arbèa, Isurus, Trotìk e Ulderì

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Lo schianto della coda sulla Maelstrom fu di quelli che lasciano senza parole. Nel senso che ciascuno degli avventurieri esclamò parole di paura, o di rabbia, o di stupore, ma il fragore dell'impatto le coprì totalmente. Ancora oggi, in qualche taverna, nei momenti di noia si discute su quali furono le parole pronunciate da ciascuno dei malcapitati.  Arbèa vide Ayame, con i vestiti rovinati dalle schegge di legno, far capolino sul lato di babordo, quello meno rovinato: fu contenta nel constatare che la sacerdotessa si era ripresa grazie alle cure di Brandibacco. Voleva evidentemente aiutarla, ma la driade preferì rimanere concentrata su quello che stava facendo. Nella sua mente, si pose qualche domanda: "Chissà se Graund continuerà ad eseguire gli ordini che gli ho dato? Là in fondo al mare probabilmente non può sentire la mia voce, però l'acqua non è molto alta, perciò può mantenere i piedi ben saldi sugli scogli sommersi... Speriamo...".  Mentre pensava questo, si a...

RINNEGATI - 12/09/1000 - di Arbèa, Isurus, Trotìk e Ulderì

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Dopo aver conficcato l'alabarda nel petto del nemico, Isurus si compiacque nel vedere l'arma gocciolante di sangue. Non era il solito rosso, era di una tonalità più scura. Poi constatò che lo schianto di Flynt non era la leggera carezza di una brezza bensì qualcosa di devastante. Infine, colse lo sguardo di Promethea preoccupato: questo dettaglio non gli sfuggì. Constatato che l'attacco di Flynt era andato a buon fine, indugiò per un attimo in una sorta di autocompiacimento. Tutti avevano eseguito i suoi ordini, e questi erano i risultati. Trotik aveva usato correttamente la mano magica, mentre Ulderì aveva preso il controllo dell'elementale. Il bardo, come al solito, più che preoccupato era incuriosito dal comportamento di Flynt. Concentratissimo, come Arbèa, non si accorse di ciò che stava facendo Brandibacco. Tutti avevano ripreso un po' di coraggio dopo la prima fase di combattimento, in cui invece erano piuttosto demoralizzati. Evidentemente - pensò Isurus - qu...

RINNEGATI - 12/09/1000 - di Arbèa, Isurus, Trotìk e Ulderì

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Il gruppetto, dopo una prima fase di sconforto, temeva per le sorti di Ayame ma era altresì ringalluzzito dall'aver constatato che Promethea poteva subire danni. Questi sentimenti erano comuni a Trotik, Ulderì, Arbèa e Isurus. Il tritone, che cercava di organizzare le mosse da fare, lanciò un ordine a Brandibacco: "Prenditi cura di Ayame, al resto pensiamo noi!". Quando stava per dire qualcosa al bardo, fu interrotto dal topo, che disse "Ho capito come funziona, ci penso io alla zamp... alla mano!".  Sentito questo, Ulderì decise di seguire l'esempio di Isurus, che aveva avuto l'idea di sfruttare gli elementali della Maelstrom. Arbèa, che in un primo momento aveva pensato di aiutare Ayame, una volta sentita l'indicazione di Isurus decise di liberarlo dal compito di guidare Ground, in modo da permettergli di combattere direttamente.  Non fu semplice, ma forse per la prima volta il gruppo mostrò di sapersi organizzare al meglio... o almeno così parve a...

RINNEGATI - 12/09/1000 - di Arbèa, Isurus, Trotìk e Ulderì

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Trotik non capì il motivo per cui Ulderì aveva fatto mettere ai compagni le bende sulle orecchie ma lo lasciò fare e continuò a manovrare la nave. Pensò che i compagni non erano stati capaci di attaccare Promethea e nello stesso tempo di difendere i loro amici. Decise di continuare ad andare lentamente verso il lago. Arbèa si pentì dell'azione compiuta, perché uccise un compagno; non pensava di poter causare una morte. Mise la benda sulle orecchie di Brandibacco, come le aveva ordinato Ulderì. Rimase al suo posto vicino al cannone, ma non sapeva cosa fare. Ulderì vide che Isurus non mosse un muscolo, quando si trovò sotto la minaccia della balestra di Brandibacco, e la cosa lo stupì: anche se non conosceva ancora bene il tritone, aveva notato in lui una difficoltà a non reagire alle offese. In realtà Isurus non aveva reagito alla mossa del warlock in quanto, conscio della situazione di estremo pericolo in cui si trovavano, si concentrò sulle lezioni di "Disciplina e autocontro...

RINNEGATI - 12/09/1000 - di Arbèa, Isurus, Trotìk e Ulderì

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Quando le palle di cannone incontrarono il bersaglio, a bordo si manifestarono reazioni diverse.  Il tiro di Isurus colpì in pieno il gruppo di persone. Le sfere giunsero con precisione millimetrica. Quello che ne scaturì fu un 'fragore rosso': così l'avrebbero chiamato in seguito. Tutti sentirono l'esplosione e tutti videro le ferite, ma ciascuno di loro ebbe pensieri differenti. "Ecco a cosa servono questi oggetti che chiamano 'cannoni'...!" pensò Arbèa, dopo aver visto gli effetti delle palle di fuoco. Mai prima d'allora ebbe occasione di vedere un cannone: nel bosco in cui abitava non solo non ne esistevano, ma non ebbe mai occasione di sentirne parlare dagli avventurieri di passaggio. Si fidava di Ulderì, perciò aveva seguito le sue indicazioni, collaborando allo sparo, ma non poteva immaginare le conseguenze dell'utilizzo di questi strumenti. Erano strumenti di morte. Il bardo rimase interdetto dal vedere che anche Ariel era stata colpit...

RINNEGATI - 12/09/1000 - di Arbèa, Isurus, Trotìk e Ulderì

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Una situazione complicata. Appena ricongiunti, subito nuovamente divisi. Guardava le funi a bordo della Maelstrom: alcune annodate, altre sciolte, altre ancora aggrovigliate. Erano l'immagine della condizione attuale. Ulderì era pensieroso. Ancora una volta, non c'era un piano, e ognuno agiva secondo il proprio impulso. Non c'era un condottiero. Lanciò una rapida occhiata ai propri compagni, uno per uno, aspettandosi che qualcuno assumesse il comando. Arbèa stava in attesa. Brandibacco scagliava pietre con la fionda. Usul scendeva e si lanciava contro i nemici. Damien, anch'egli sbarcato, taceva, forse lacerato dal vedere Lok'Tar dalla parte sbagliata. Ariel scendeva anch'essa e spariva. Ayame chiedeva a Trotik di levarsi in volo. E Trotik, a quel punto, appena scesa Ariel, faceva decollare la nave, prendendo le parole di Ayame come un invito a cui non si può rinunciare. Le navi, non importa se i mari o i cieli, devono solcare.  Un rapido comando agli elementali...

RINNEGATI - 12/09/1000 - di Arbèa, Isurus, Trotìk e Ulderì

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 Arbea era felicissima di ritrovare i suoi compagni e per un po' non pensò a Banedon e Lok' Tar. Era eccitata nel salire sulla nave e controllò se veramente c'era un elementale che sbucava  dal pavimento, come aveva detto Ariel. Andando verso quest'ultima disse: " Ciao piccola Ariel! Come va la vita? Mi sembra che per Usul stia andando male! ". Poi rivolta verso Trotik : " Ciao Trotik! Come va? ". Poi si fece un po' seria. " Ciao Damien! Noi abbiamo visto Lok'Tar con Lilit e Promethea. Non so cosa gli sia capitato, mi dispiace! Lo cercheremo dopo, adesso andiamo via di qui!". Disse rivolta a tutti: " Sapete niente di Banedon?" Trotìk disse con voce tonante, rivolto verso Ulderì: "Non spaccare niente!"  Poi rivolto ad Arbea:"  Banedon forse è morto. Ce l'ha detto Damien!''  Trotìk era molto felice di rivedere i suoi amici ma credeva che Banedon non fosse morto. Poi fece segno ad Ariel di venirgl...

RINNEGATI - 11/09/1000 - di Arbèa, Trotìk e Ulderì

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FLASHBACK (cuore della notte dopo mezzanotte 11/09) Quando Banedon terminò la pianificazione, sorrise. E sorrise parecchio, tant'è che a Ulderì parve strano. Ma si ricredette subito, pensando che per un chierico di Halav l'avvicinarsi della sconfitta di un Rinnegato era motivo di profonda gioia. Di grande speranza. Così, terminata la sonata dell'organetto di Ariel, il bardo contribuì a sua volta con il liuto: la leggera melodia, come Canto di Riposo, contribuì a risanare le ferite di alcuni compagni. NON FLASHBACK (alba del 11/09) Al risveglio, Arbèa sbadigliò - era ancora stanca - e si rattristò. La giornata non iniziava di certo bene: si era trattato di un assassinio, o solo di una temporanea sedazione? Eppure il gallo aveva tutto il diritto di cantare: la brusca interruzione del suo canto non era certo di buon auspicio. Con questo pensiero nefasto, la driade si sistemò per la partenza. Trotik ringraziò Banedon per le cinque monete: "Grazie, Banedon, saranno certamen...

RINNEGATI - 11/09/1000 - di Arbèa, Trotìk e Ulderì

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  FLASHBACK (dopo l'intervento di Ariel, prima dell'intervento di Ayame) Con fare divertito, Trotìk osservava il saltellare di Ariel da un piede all'altro. E continuò ad osservarla, fissando quei piedini che, alternandosi ritmicamente nel saltello, facevano ondeggiare il corpo della gnometta da un lato all'altro. Sinistra e destra, e la sua mente era altrove, sinistra e destra, e tornavano i ricordi, sinistra e destra, e babordo e tribordo. Qualcun altro parlava, qualcuno discuteva, ma era là, la mente di Trotik, sul ponte della nave. E dal ponte, poi, alle zattere. La coda mozzata e il carapace rotto: chi ha preso le carte, chi ha preso il mantello? Poi il rollio cessò: la gnometta corse, e le domande che lo travolsero lo riportarono al presente.    " Ma quindi messer Trotik, dormiremo a casa sua? Ma scusi, ma allora perchè prima usciva scendendo dal balcone di casa e non ha usato la porta? Ma ha dei letti per dormire? " Il topo tacque un attimo, Ariel colse ...

RINNEGATI - 11/09/1000 - di Arbèa, Trotìk e Ulderì

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FLASHBACK (Prima dell'intervento di Banedon) Un abbraccio, di fronte a tutti, poteva essere frainteso. Ma Ulderì non se ne fece scrupolo. Terminata la risposta di Ayame, il suo viso si illuminò: si illuminò nel buio della notte, e nel buio dei suoi pensieri. Così, il bardo si avvicinò alla sacerdotessa e la abbracciò. Non diede tempo ad Ayame di replicare con un abbraccio di risposta né con uno schiaffo di rifiuto. Le si discostò esclamando:  "Ottimo, Ayame! Ora che ricordo, il quadro del sogno potrà essere completato! Non ricordavo né la mia domanda a Gustav, né la sua risposta. Può essere che quel maledetto di Gustav mi abbia dato da bere qualcosa pur di farmi dimenticare la mia domanda e la sua risposta: se l'ha fatto, è perché ha ritenuto che si trattasse di informazioni importanti. Dunque, carissima Ayame e cari amici, Gustav mi aveva detto che il cavaliere è Achabus Akorros, fondatore della città.  Ebbene, questo Achabus, a detta di Gustav, sconfisse un temibi...

RINNEGATI - 11/09/1000 - di Arbèa, Trotìk e Ulderì

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Entusiasmo. Arbèa lo provò, e lo manifestò con un sorriso. Un mulino, quindi, esisteva effettivamente. Il faro poteva essere esplorato da altri, lei avrebbe seguito Ayame al mulino: "Io vengo al mulino! Voglio vedere cosa c'è!" Soddisfazione. Trotìk ne fu invaso. Dalle parole dei vari avventurieri, capì subito che si trattava di qualcosa d'importante. Una missione. Il topo non ne faceva parte, era solo un ingranaggio di una macchina più complessa, ma avrebbe fatto di tutto pur di tornare all'azione, pur di dimostrare a sé stesso che avrebbe potuto ancora entrare in battaglia. A Trotìk non fu molto simpatico Brandibacco, perché aveva detto chiaramente che le barche non gli piacevano, ma diede credito ad Ayame, la quale aveva ipotizzato che si potesse raggiungere il mulino anche via lago. Non conosceva il mulino, non sapeva se effettivamente l'ipotesi di Ayame era corretta, ma pur di non perdere l'occasione si lanciò: "Allora, io ho sentito che parl...

11/09/1000 - di Arbèa e Ulderì

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Arbèa ascoltò, come sua abitudine, senza interrompere. Non aveva mai interrotto un dialogo. Pensò. Quindi rispose: "Secondo me è meglio andare al faro, perché ormai Achab avrà scoperto il nostro piano principale". La sua preoccupazione, che non espresse, non riguardava la possibilità di incontrare i nemici, bensì piuttosto l'eventualità che, nel vecchio faro, qualche asse le potesse cadere in testa. Ulderì ascoltò, come sua abitudine, riflettendo. Pensò. Quindi pensò ancora. Aveva in mente due pensieri: su uno di questi, le sue idee erano chiare, sull'altro nient'affatto. Per primo, il piano. Il piano che prevedeva di recarsi all'isola era, a suo parere, ormai da abbandonare: avrebbero dovuto recarsi prima dell'alba, e ormai non c'era più tempo per riposare a sufficienza. Un buon numero di ore di riposo erano necessarie per tutti gli incantatori. Ormai il piano era saltato. Avrebbero dovuto recarsi al faro: "Sono d'accordo con Arbèa e I...

RINNEGATI - 07/09/1000 - Arbèa e Ulderì

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GDR Appena Solomon presentò i nuovi avventurieri, il volto allegro del bardo mutò leggermente espressione. La fronte si aggrottò. Se ne accorse solo Arbèa:   "Cosa c'è, Ulderì? Sei preoccupato da queste persone?" gli chiese sottovoce.   "No, semplicemente mi ricordano qualcosa... Tutto bene, mi sembra gente in gran forma!"  I suoi pensieri, al momento non esplicitati ai suoi compagni, non cancellarono la sua solita aria positiva.  "Dunque... Qualcuno se ne va e qualcuno ritorna..."   - rimuginava tra sè e sè - "Io non conosco questi signori, però alcuni di loro mi ricordano qualcosa... Vediamo... Damien  Tanariel ... Damien Tanariel... Ah, ecco: il protagonista di quella lunga canzone, quello che ride sempre e non riesce a smettere, si chiama Damien Tonariel con la 'o' ... Ecco, chi mi ricorda quel nome". Si sedette, lo sguardo fisso a terra. "E l'altro, Lok'Tar... Dunque, se non ricordo male, tra i vari nomi che ...

RINNEGATI - 06/09/1000 - Arbea e Ulderì

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GDR "Vendetta!" fece eco Arbea. Tutti si volsero verso di lei, in attesa che proseguisse il discorso. Non proseguì. Sopo qualche istante di freddo silenzio, il bardo prese quindi parola, ponendo una mano sulla spalla dell'halfling: "Beh, non disperiamo. La magia è una cosa molto potente. Io, come bardo, non ne conosco che poche possibilità, eppure so che esistono maghi e chierici molto potenti. Ed uno di questi è qui con noi."  Si inchinò verso Solomon: "Maestro. Affronteremo la missione anche senza il mago. Ma alla nostra impresa, se ne affianca un'altra. E' una questione di teste. C'è una testa marcia, una testa persa, e una testa matta. Tutte vanno ritrovate. Con la testa marcia - beh... dai... - forse ci incontreremo. Per la testa persa, credo che ritrovandola ed unendola con il corpo, si possa ancora fare un tentativo. Occorre sguinzagliare uno dei vostri adepti per seguire eventuali tracce, o usare uno dei vostri incantesimi di divi...