RINNEGATI - 12/09/1000 - di Arbèa, Isurus, Trotìk e Ulderì

Lo schianto della coda sulla Maelstrom fu di quelli che lasciano senza parole. Nel senso che ciascuno degli avventurieri esclamò parole di paura, o di rabbia, o di stupore, ma il fragore dell'impatto le coprì totalmente. Ancora oggi, in qualche taverna, nei momenti di noia si discute su quali furono le parole pronunciate da ciascuno dei malcapitati. 

Arbèa vide Ayame, con i vestiti rovinati dalle schegge di legno, far capolino sul lato di babordo, quello meno rovinato: fu contenta nel constatare che la sacerdotessa si era ripresa grazie alle cure di Brandibacco. Voleva evidentemente aiutarla, ma la driade preferì rimanere concentrata su quello che stava facendo. Nella sua mente, si pose qualche domanda: "Chissà se Graund continuerà ad eseguire gli ordini che gli ho dato? Là in fondo al mare probabilmente non può sentire la mia voce, però l'acqua non è molto alta, perciò può mantenere i piedi ben saldi sugli scogli sommersi... Speriamo...". Mentre pensava questo, si accorse che Trotik era caduto a terra, scansando per miracolo una vicina roccia aguzza: soltanto una piccola botta, per fortuna i topi sono abituati a saltare. Lo vide infatti rialzarsi prontamente, il muso sporco di terriccio e lo sentì esclamare: "Ehi, Uòter, soffocala! Entrale in gola!". Se Anche Ulderì l'avesse sentito, avrebbe approvato questa idea. Purtroppo però il bardo era volato in acqua. Il salto fu sufficientemente lungo da permettere al bardo di esprimere un pensiero. Un pensiero di preoccupazione, urlato a squarciagola: "Nooo...! Il liuto si bagn..!" Il successivo "Plash!" non gli permise di terminare la frase. Non sapeva nuotare bene, ma sapeva stare a galla: aveva imparato giocoforza quando era caduto nel pozzo del vecchio zio Erminio. Balzana, l'idea di esplorare un pozzo; quando i suoi genitori lo aiutarono ad uscirne, gli chiesero il motivo di quella scelta pericolosissima; ebbene, Ulderì disse la verità: "Beh, se me lo chiede lo zio Erminio, mica posso dirgli di no...". Da lì, il rapporto con lo zio Erminio si deteriorò.

Finalmente l'acqua! Isurus colse l'opportunità. Se non avesse avuto i riflessi pronti, avrebbe rischiato di cadere sugli scogli affioranti. Ma era un guerriero formato, e aveva imparato ad affrontare prontamente a qualunque imprevisto in battaglia. Non dovette pensare, fu una reazione immediata. Le lezioni di "Atletica applicata" tenute dal generale Faqurus (in particolare quella sui balzi che sfruttano i sistemi di leve) lo avevano entusiasmato. Aveva studiato, si era applicato, si era guadagnato quel 35 e lode (il massimo dei voti), e aveva continuato ad esercitarsi anche dopo aver superato l'esame. Nessuno lo vide, ciascuno com'era impegnato a salvare sé stesso, ma un osservatore esterno avrebbe potuto ammirare questa scena. Un tritone ruota il collo verso i draghi, vede il rosso che perde l'equilibrio (e a quel punto Isurus sa già che Achab avrebbe usato la coda), il tritone scatta verso il trinchetto, la coda compie un ampio arco, il tritone ruota su sé stesso e corre verso il bompresso, la coda che si schianta sulla tolda, il tritone  (incredibile, ma questo è proprio quello che è accaduto) corre sul bompresso fino a raggiungerne l'estremità, la tolda si spacca a metà e la prua viene catapultata verso l'alto, il tritone raggiunge l'estremità del bompresso e sfruttandolo come leva viene scaraventato verso il lago, si allunga con le braccia protese in avanti ad assumere la posizione più aerodinamica e si infila in acqua quasi perpendicolarmente, con pochissimi schizzi, proprio di fianco al punto in cui rovinano Promethea e Graund. Infatti, lì, vide l'Erinni in acqua. Non ebbe esitazioni.


NON GDR - INTENZIONI
Trotik: ordina all'elementale d'acqua di soffocare Lilith entrandole in gola.
Arbèa: ordina a Ground, urlando a squarciagola per cercare di farsi sentire, di continuare a trattenere Lilith.
Ulderì: nuota verso la riva.
Isurus: attacca Promethea sott'acqua con l'alabarda.

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