RINNEGATI - 11/09/1000 - di Arbèa, Trotìk e Ulderì

 FLASHBACK (dopo l'intervento di Ariel, prima dell'intervento di Ayame)

Con fare divertito, Trotìk osservava il saltellare di Ariel da un piede all'altro. E continuò ad osservarla, fissando quei piedini che, alternandosi ritmicamente nel saltello, facevano ondeggiare il corpo della gnometta da un lato all'altro. Sinistra e destra, e la sua mente era altrove, sinistra e destra, e tornavano i ricordi, sinistra e destra, e babordo e tribordo. Qualcun altro parlava, qualcuno discuteva, ma era là, la mente di Trotik, sul ponte della nave. E dal ponte, poi, alle zattere. La coda mozzata e il carapace rotto: chi ha preso le carte, chi ha preso il mantello?

Poi il rollio cessò: la gnometta corse, e le domande che lo travolsero lo riportarono al presente.

  "Ma quindi messer Trotik, dormiremo a casa sua? Ma scusi, ma allora perchè prima usciva scendendo dal balcone di casa e non ha usato la porta? Ma ha dei letti per dormire?"

Il topo tacque un attimo, Ariel colse un sorriso in quella breve titubanza.

"Ma certo, potete dormire a casa mia. Sono uscito dal balcone perché la porta è un po' malandata, e avevo paura che mi cadesse addosso. Il balcone per me è più comodo e sicuro. Sono abituato a salire e scendere dalla coffa, mi viene naturale" - rispose Trotik con sicurezza. Invitò quindi gli avventurieri ad utilizzare il suo stesso metodo. Chi con riluttanza, chi senza difficoltà, tutti accettarono l'indicazione del topo. Qualcuno pensò che non c'era tempo per discutere, qualcuno ritenne che fosse poco educato contestare le abitudini in casa d'altri. 

Entrati nella casa, Trotik accese solo un paio di candele: "Ci sono letti per tutti, ne avanza addirittura uno. Però forse è meglio che Lok'Tar dorma da solo in quello grosso" - puntualizzò indicando un elegante letto matrimoniale a baldacchino, ornato di perle rilucenti e allestito con coperte di seta preziosa.


Mentre Ariel si rivolse ad Arbèa, Trotik controllò che ogni letto avesse le sue coperte. Le altre coperte, pur di buona fattura, non erano certo eleganti come quella del letto offerto al mezz'orco. La driade fu molto contenta di ricevere l'attenzione della gnometta, e le rispose con entusiasmo: "Il mio corpo non è di carne, è di legno. La corteccia è solo la parte più esterna...". La interruppe, ridendo, Ulderì: "Ma certo! Durame, alburno, libro e cambio. Non conosci la filastrocca per bambini? Dunque... fa press'a poco così: 'Durame alburno libro cambio, e su questo non c'è dubbio, alburno libro cambio durame, non finire nel letame, libro cambio durame alburno, il barbagianni è un rapace notturno, cambio durame alburno libro, ora beviti un buon sidro... Ce n'è anche un'altra che..." fu a sua volta interrotto, con sollievo dei presenti, da Arbèa, che tornò a rispondere ad Ariel: "Mi chiedevi se crescono dei fiori sul corpo: sì, qualche fiore ogni tanto spunta, ma sono molto pochi, finora non sono riuscita a farne un mantello... mi piacerebbe, però, devo trovare il modo...".

Quando la gnometta iniziò a formulare la poesia su Usul e Isurus, il bardo ne fu affascinato. Stava per intervenire, con l'intento di dare qualche consiglio, ma si trattenne: sapeva bene che non bisogna interrompere le fasi creative dei bardi all'opera. 


NON FLASHBACK (dopo l'intervento di Ayame)

Mentre Ayame rispondeva a Ulderì, a quella che per molti era una domanda ma per qualcuno un'insinuazione, il bardo ascoltò con molta attenzione. Durante questo dialogo, in cui molti percepirono una tensione di sottofondo, si notò che, man mano che la sacerdotessa procedeva nella spiegazione, il volto del bardo si distendeva, per poi terminare in cenni d'assenso.

"Molto bene. Mi pare che ci sia più chiarezza. Ho imparato qualcosa. Sai Ayame, io sono sempre curioso: ho pensato che, proveniendo da regioni diverse, utilizziamo gli stessi termini per indicare concetti leggermente differenti. Così, ciò che intendo quando dico 'non distante', può per altri essere inteso come ' lontano ma non troppo', oppure, come nel tuo caso, come 'la cui distanza è percorribile in non molto tempo'. Ebbene, come vedi l'equivoco nasce dal fatto di spostarsi dal concetto di tempo a quello di spazio. C'è una ballata molto bella su questo tema che potrebbe illuminarci" - imbracciò il liuto, alzò lo sguardo verso i compagni, e ripose il liuto - "Sì, potrebbe proprio illuminarci, ma magari un'altra volta. Non adesso, eh, no, direi di no".

"Dunque, la tua idea mi pare ottima. Siccome Arbèa ha detto che intende venire con te al mulino, verrò anch'io al mulino: non posso fare diversamente. Ci rimangono da stabilire due punti del piano. Come dici giustamente, non è molto distante se utilizziamo un'imbarcazione: ebbene, oltre a Trotik che guiderà la barca dell'altro gruppo, c'è qualcuno di noi che sa usare un'imbarcazione?"

"L'altro punto è questo: dobbiamo darci un programma di massima. All'alba partirà il gruppo con Brandibacco, Arbèa, Ulderì ed Ayame, guidato dalla sacerdotessa. Sempre all'alba, partiranno Banedon,  Lok'Tar e uno tra Damien e Usul, e la ciurma di Trotik con Isurus, Ariel, e uno tra Damien e Usul. Ho detto bene? Ci diamo un appuntamento di massima: torneremo qua, a casa di Trotik, che mi sembra il luogo più sicuro, tra due giorni? Su questo, dicci tu, Banedon". 

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