RINNEGATI - 12/09/1000 - di Arbèa, Isurus, Trotìk e Ulderì

Trotik non capì il motivo per cui Ulderì aveva fatto mettere ai compagni le bende sulle orecchie ma lo lasciò fare e continuò a manovrare la nave. Pensò che i compagni non erano stati capaci di attaccare Promethea e nello stesso tempo di difendere i loro amici. Decise di continuare ad andare lentamente verso il lago.

Arbèa si pentì dell'azione compiuta, perché uccise un compagno; non pensava di poter causare una morte. Mise la benda sulle orecchie di Brandibacco, come le aveva ordinato Ulderì. Rimase al suo posto vicino al cannone, ma non sapeva cosa fare.

Ulderì vide che Isurus non mosse un muscolo, quando si trovò sotto la minaccia della balestra di Brandibacco, e la cosa lo stupì: anche se non conosceva ancora bene il tritone, aveva notato in lui una difficoltà a non reagire alle offese. In realtà Isurus non aveva reagito alla mossa del warlock in quanto, conscio della situazione di estremo pericolo in cui si trovavano, si concentrò sulle lezioni di "Disciplina e autocontrollo tritonesco" tenute all'Accademia dal colonnello Kaase. Gli venne subito in mente una mattina del primo anno di studi, in cui un suo compagno di scuola puntò uno stiletto alla gola dell'insegnante, che lo aveva volutamente provocato per saggiarne la tempra. Il colonnello Kaase, vista la risposta del giovane, alzò lentamente le mani in segno di resa, e un istante dopo con una mossa fulminea del ginocchio lo sorprese colpendolo nelle parti intime. Quindi prese lo stiletto e incise il braccio del giovane con un profondo taglio. Si voltò verso gli alunni e declamò con enfasi: "Avete appena assistito a due errori. Quello del vostro compagno, che rivolge un'arma contro un guerriero più forte di lui, e quello del vostro insegnante, che non mantiene il proprio autocontrollo e cede all'impulso di vendicarsi di un affronto. Ebbene, chi trae vantaggio da queste situazioni, ricordatelo bene, è sempre il nemico. Perciò, se siete in presenza di un nemico, concentratevi esclusivamente su di esso, e dimenticate il resto. O, tutt'al più, rimandatelo ad un futuro più idoneo". L'alunno non superò l'esame di "Disciplina e autocontrollo tritonesco"; sul suo braccio rimase la cicatrice, nel suo animo la vergogna. 

Isurus, che stava continuando a mantenere lo sguardo su Promethea, si accorse che le due nemiche non si stavano dirigendo verso la Maelstrom. Alzò un braccio in direzione del ponte di comando. Tenne la mano in posizione verticale per un paio di secondi, poi la fece oscillare leggermente. Tutti avevano le orecchie bendate, perciò nessuno poteva parlarsi e confrontarsi. Ulderì, che lo stava guardando, provò ad interpretare il gesto di Isurus. Richiamò quindi l'attenzione di Trotik e ripetè il gesto visto fare dal tritone, sperando che anche il topo potesse capire. Il capitano della nave, visto il gesto del bardo con la mano alzata, pensò di dover fermare la nave; non seppe formulare ipotesi sull'oscillazione della mano. 


 

NON GDR - intenzioni

Trotik: ferma la nave mantenendola alla stessa altezza.

Arbèa: sta in attesa.

Isurus: si mantiene concentrato. 

Ulderì: guarda alternativamente Isurus e la scena in cui si trovano le nemiche e Damien, cercando di interpretare i gesti del tritone.

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