RINNEGATI - 12/09/1000 - di Arbèa, Isurus, Trotìk e Ulderì

Quando le palle di cannone incontrarono il bersaglio, a bordo si manifestarono reazioni diverse.  Il tiro di Isurus colpì in pieno il gruppo di persone. Le sfere giunsero con precisione millimetrica. Quello che ne scaturì fu un 'fragore rosso': così l'avrebbero chiamato in seguito. Tutti sentirono l'esplosione e tutti videro le ferite, ma ciascuno di loro ebbe pensieri differenti.

"Ecco a cosa servono questi oggetti che chiamano 'cannoni'...!" pensò Arbèa, dopo aver visto gli effetti delle palle di fuoco. Mai prima d'allora ebbe occasione di vedere un cannone: nel bosco in cui abitava non solo non ne esistevano, ma non ebbe mai occasione di sentirne parlare dagli avventurieri di passaggio. Si fidava di Ulderì, perciò aveva seguito le sue indicazioni, collaborando allo sparo, ma non poteva immaginare le conseguenze dell'utilizzo di questi strumenti. Erano strumenti di morte.

Il bardo rimase interdetto dal vedere che anche Ariel era stata colpita: non poteva supporre che si sarebbe avvicinata a tal punto; ma a questo primo pensiero se ne affiancò un altro, frutto della sua curiosità. "E così non si tratta di palle di cannone normali, bensì di palle di fuoco... ecco il potere degli elementali! Ed ora ho capito come funzionano questi marchingegni...".

La soddisfazione di Trotik era quella del comandante della nave, tornato finalmente al suo ruolo principale. "Magnifico, un'ottima azione! Ma quelle due megere sono ancora in piedi. Figuriamoci se non ci fosse la mia nave... non avremmo potuto combinare nulla di utile!" esclamò a gran voce.

Nessuno colse lo sguardo di Isurus: un sorriso sottile e fiero nel momento dell'esplosione, seguito da una smorfia quando non vide rialzarsi i propri compagni, ed infine un'alzata di sopracciglia. Non parlò, ma rifletté nella sua mente: "E' stata la scelta migliore... Usul aveva dichiarato che si sarebbe sacrificato. Damien paga la propria irruenza, accecato dall'amore fraterno. Quanto ad Ariel, non potevo prevederlo. D'altronde, se l'avessi previsto, avrei fatto la stessa scelta. Non abbiamo altre armi contro queste due. Sono toste. Sì, è stata la scelta migliore".

Dopo le prime reazioni, ciascuno dei quattro pensò a come procedere. Arbèa temeva che Promethea e Lylith potessero salire sulla nave e che Ariel potesse morire, perché era piccolina... mentre pensava che maschi se la sarebbero cavata. Avrebbero dovuto allontanarsi, ma non troppo perché non li avrebbe lasciati lì... Avrebbe caricato nuovamente il cannone, ma avrebbe atteso che le due nemiche si trovassero sufficientemente distanti dagli altri avventurieri. Trotik condivideva le preoccupazioni di Arbèa, perciò decise di andare verso il mare, per impedire alle due l'accesso a bordo. Attraverso i tubi di comunicazione, informò subito il resto della ciurma: "Marinai! Ci allontaniamo vero il mare, sperando che le due ci seguano... State pronti!". 

A quel punto ad Ulderì venne in mente un'idea, da attuare subito. "Attenti, copritevi subito tutti le orecchie!" esclamò rivolto ad Arbèa e ad Isurus, che si trovavano vicino a lui, e a Brandibacco ed Ayame, che erano anch'essi sulla tolda, a pochi metri di distanza. Quindi, con le mani a tapparsi le proprie orecchie, si avvicinò al tubo di comunicazione con il ponte di comando e disse: "Capitano Trotik, tappati subito le orecchie con la coda! Arrivo!" . Sperando che tutti si attenessero alla sua indicazione, strappò un sacco di iuta che si trovava appoggiato lì accanto per ricavarne una striscia lunga circa 120 cm: "Arbèa, lascia stare il cannone! Prendi questa, mettitela sulle orecchie; fanne un'altra uguale per Isurus e mettigliela addosso; stringile bene! Ayame e Brandibacco, fate la stessa cosa!" . Lacerando la restante parte del sacco fece subito un'altra striscia, che si posizionò in testa mo' di benda, ben legata. Infine, strappato un altro pezzo, corse sul ponte di comando dove trovò Trotik che, grazie alla sua coda, si stava proteggendo le orecchie mentre continuava a governare la nave.


NON GDR

Intenzioni per il prossimo round. 

Trotik muove la nave verso la costa, a velocità tale da mantenere sempre una distanza di una ventina di metri da Promethea e Lylith. Non accelera troppo perché spera in questo modo di far allontanare le due dai compagni a terra. Se possibile, la mantiene con il fianco rivolto ad esse. 

Arbèa si mette la benda sulle orecchie, ne fa un'altra per Isurus e va a legargliela in testa.

Isurus si copre le orecchie finché Arbèa non gli mette la benda, mantenendo lo sguardo fisso sul bersaglio in modo da essere pronto a far nuovamente fuoco nel caso in cui le due si allontanassero dai compagni.

Ulderì si mette la benda sulle orecchie, ne fa un'altra per Trotik e va a legargliela in testa.

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