RINNEGATI -10/09/1000 - Isurus

Isurus afferrò il pezzo di pergamena con le mani palmate e squamose, impiegando un paio di istanti più di Lok'tar e Damien per leggere le due semplici frasi: la lingua scritta degli abitanti della superficie era ancora, in più di un senso, un vero scoglio da superare per lui.
Ma il messaggio era chiaro.
Com'era chiaro che il suo intuito l'aveva di nuovo portato sulla strada giusta, qualche ora fa... il Tritone rimpianse di non aver stampato un bel pugno sul grosso faccione paonazzo dell'oste, Klaus, quando l'aveva avuto a disposizione.
Brandibacco disse loro che avrebbero dovuto parlare del contenuto della pergamena, di questa Lilith che aveva ordinato di seguire ogni loro movimento, poi rientrò dentro la locanda con fare assolutamente innocente.
Isurus lo guardò con ammirazione e con una punta di rabbia: non sarebbe mai stato capace, nemmeno in un milione di anni, di nascondere così bene, in modo così convincente, le proprie emozioni.

"Beh, che cosa stiamo aspettando?" disse poco dopo a bassa voce, cercando di farsi udire soltanto da Lok'tar e Damien.
"Abbiamo il nostro uomo, abbiamo una prova del fatto che è stato ordinato di tenerci d'occhio... perché non siamo ancora entrati per mettere a soqquadro l'intera locanda?"

Accompagnò queste parole stringendosi le braccia al petto, prontissimo però ad afferrare la propria alabarda.


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