RINNEGATI - 10/09/1000 - Ariel

Ariel era impaziente.
Impaziente di lasciare quella città, le cui persone sembravano inbevute di paura del prossimo.
Era infastidita dal clima di odio che si respirava.

Passò davanti a Brandibacco, attraversò con fare leggero il piccolo ponticello che portava dalla banchina del porto al fasciame della nave e saltò letteralmente a bordo.
"Il mio nome è Ariel" disse con sorriso.
"Dobbiamo andare là!" disse allo strano essere indicando con il dito della mano sinistra la sagoma lontana della grande isola di Itheldown.
"Domattina all'alba"
"Quanto ci costerà?"

Fece una pausa per dare tempo e spazio al capitano ed unico membro dell'equipaggio di rispondere quando si accorse di non sapere come si chiamava ed allora, repentinamente, aggiunse
"Come ti chiami?"

Fu in quel momento, al termine dell'ultima domanda, che fece capolino da una tasca della giacca la faccia simpatica di Pimkie, il coniglio nano che Ariel aveva con sè. Il coniglietto si guardò intorno, guardò verso il capitano della nave e poi guardò Ariel. 

"No Pimkie, non è il momento..."

Il coniglietto nano si spinse con le gambe all'interno della tasca, segno inequivocabile che voleva uscire. 

"Oh accidenti quanto sei testone..."
Ariel che lo conosceva e ne apprezzava la testardaggine, sapeva che o lo accontentava o altrimenti Pimkie sarebbe stato capace di buttarsi fuori dalla tasca. Lo prese e lo poggiò a terra, sul legno della nave. Questi partì con la sua andatura goffa fino ad arrivare ai piedi del capitano ed iniziò ad annusarlo. Guardò verso l'altro quell'essere e si strusciò sul piede sinistro per diversi istanti, per fare il percorso a ritroso e farsi mettere nuovamente all'interno della tasca.

Ariel rimase con le gambe leggermente divaricate e le mani ben piantate sui fianchi ed un sorriso a colorarle il viso in attesa di una risposta da parte del topo antropomorfo.


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