RINNEGATI - 06/09/1000 - PIKEL
GDR
Una
flebile speranza covava nel cuore di Pikel, quella di poter ancora salvare il
suo amico Morgon, che lui stesso aveva ucciso anche se ovviamente
inconsapevolmente, manovrato e dominato mentalmente da quella terribile strega.
Si aggrappava a quel pensiero fisso per dare un senso ai suoi passi, alla sua
vita...camminava su un filo molto sottile con un equilibrio incerto...il
baratro dello sconforto era lì e lo avvertiva chiaramente.
Non
appena arrivò la notizia della morte di Regis, il suo cuore prese a battere più
veloce: stava succedendo qualcosa e a quel qualcosa non sapeva dargli un
significato...ma di sicuro non era nulla di buono. Una sensazione terribile lo
agguanto’ come una morsa stretta intorno al cuore. Arrivarono davanti alla
cassa che conteneva Morgon e quando essa fu aperta...si palesò alla loro vista
il corpo decapitato del suo amico. Una devastante disperazione crebbe come un
fiume in piena dentro di lui, di quelle che spazzano via ogni cosa che trovano
sul suo cammino...ogni residua fiammella di speranza, ogni ideale di vita venne
travolto e seppellito sotto la spessa coltre di dolore. Tutto divenne ovattato
intorno a lui, non sentì le parole cariche di vendetta pronunciate da
Brandibacco e nemmeno quelle di speranza di Ulderì. Tutto era perduto e lui lo
sapeva benissimo. Tutto era perduto, via, per sempre.
Cadde
in ginocchio urlando il suo terribile dolore, lacrime pesanti solcarono il suo
viso: pensava di averle terminate là sotto ed invece no...la disperazione trovò
ancora una volta una via per manifestarsi. Le braccia divennero pesanti e
caddero lungo il corpo, la testa un macigno impossibile da sollevare: niente
aveva più alcun senso. La vita, la sua di vita era solo dolore e lui ne era
l’artefice...non si sarebbe mai perdonato quello che aveva fatto. Le lotte, le
battaglie affrontate...non avevano più
alcun senso.
Restava
solo una cosa da fare. Abbandonare tutto e partire...senza una meta ma con la
fondamentale necessità di lasciarsi dietro questa vita divenuta insostenibile
per lui. Da lì a breve avrebbe intrapreso un nuovo cammino, alla ricerca di una
chiave per convivere con il dolore...oppure ne sarebbe stato inesorabilmente
sopraffatto e sconfitto….ma era una cosa che
avrebbe dovuto fare per forza in solitaria e lontano da tutto.
Con
il volto una terribile maschera di dolore, si alzo’ pesantemente da terra...si
guardò le mani e le vide ancora sporche del sangue del suo amico. Allora le
strinse con forza a pugno chiuso, le nocche divennero bianche dallo sforzo e
poi le dita lentamente si distesero di nuovo, quasi in un tentativo disperato
di lasciar andare, di abbandonarsi. Prese la sua ascia e la lasciò cadere a terra
dicendo:” Questa non mi serve più...”. Successivamente si sfilò la sua armatura
divenuta ormai terribilmente pesante, oltre il reale peso effettivo: solo le
persone pure nell’animo hanno il diritto di indossarla e la sua di anima non lo
era e mai lo sarebbe stata. La fissò con gli occhi del cuore chiedendo il
perdono dei suoi avi per quello che era diventato e poi faticosamente si
avvicinò a Brandibacco porgendogli l’oggetto. “Tu sai bene che per nulla al
mondo me ne sarei privato ma ti prego...accettala perché io ho grande rispetto
per te e onorala dove io invece ho fallito miseramente...e grazie di tutto,
amico mio.”
Rivolse
poi uno sguardo rapido agli altri...non voleva incrociare i loro occhi, non
voleva che i suoi di occhi mostrassero realmente a loro quanto era profondo il
suo dolore. Alzò una mano e li salutò:” La mia vita, questa mia vita finisce
qui...non avrei più la forza di alzare un’arma. Non ho più ideali per i quali
combattere, li ho infranti tutti”. Alcuni lunghissimi e dolorosi secondi passarono
prima che riprendesse:” Non so cosa farò o dove andrò ora, l’unica cosa certa è
che devo andare via lontano per cercare di trovare una soluzione al tormento
che mi affligge...che gli dei veglino su tutti voi...addio”.
NON
GDR
E fu
così che se ne andò, con queste poche e concise parole come era d’altronde
nella sua indole. Che gli dei veglino anche su di lui...addio Pikel!
Non immaginate quanto sia stato difficile scrivere questo post ma pensando a Pikel ed
al suo carattere, questa era davvero la conseguenza più giusta alla
morte di Morgon. E’ stato un vero piacere giocare con questo personaggio, lunga vita a Pikel!!
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