LA CITTA' PERDUTA - 18/07 - HENGIST

GDR
Per la lunga barba di Pelor, quante cose erano successe da quando avevano incontrato Thendara per l'ultima volta... e il fatto che Brandibacco e Riddack fossero stati privati dei propri calzari era solo il risvolto meno tragico, di tutta la situazione.
Il panciuto chierico seguiva come sempre i suoi compagni chiudendo la formazione, squadrando le pareti del corridoio a cui li aveva condotti la porta scelta da Morgon con attenzione e premura e stringendo con forza la propria solida mazza, ma in realtà non era del tutto lì con loro.
Rifletteva, Hengist, scavava dentro se stesso per cercare anche solo di accettare davvero tutto quello che stava accadendo.
Il passato era una cosa davvero strana.
Un mucchio di ossa dimenticate e sepolte in un prato, che alla prima pioggia ritorna in superficie, pronto a tormentarti con la sola forza dei ricordi; ecco quel che stava succedendo, si disse Hengist: il suo passato, i suoi ricordi, quelli che temeva persino di raccontare a Pikel e Morgon, suoi compagni di innumerevoli avventure, erano tornati e stavano mettendo tutto il gruppo in serio pericolo.
Era terribile, un incubo a occhi aperti che non avrebbe mai voluto vivere... ma con in palio niente di meno che la salvezza della loro dimensione, in prospettiva: Nerull non doveva e non poteva ritornare, altrimenti che senso avrebbe avuto tutta la sua esistenza, la lotta che conduceva da anni, ormai?
Improvvisamente Pikel, in testa al gruppo, si fermò.
Dal fondo della fila, Hengist percepì solo il lontano rumore di una porta che si apriva, dei passi, e la stessa porta che si richiudeva; quindi Morgon, con il suo solito fare burbero, intimò a tutti di riprendere il cammino scegliendo se dirigersi verso la fonte del rumore oppure nelle due stanze che si aprivano a pochi passi da loro nel corridoio.
Il chierico si schiarì un poco la voce, prima di sussurrare: "Dividiamoci e guardiamo in queste due stanze. Non credo che chiunque ci sia in fondo al corridoio abbia intenzione di andarsene da lì."
Così dicendo, abbandonò la coda della fila con qualche ampia falcata e si diresse verso la porta nella parete Sud del corridoio, facendo segno agli altri (ma a nessuno in particolare) di seguirlo.
Mentre attendeva una risposta, il suo sgu
ardo si posò sui due animali che accompagnavano i due compagni scalzi, una pantera nera come l'anima di Nerull e un cucciolo di drago rosso dagli occhi vispi e un po' crudeli (probabilmente tipici della sua razza). Avevano accompagnato Riddack e Brandibacco fin da quando avevano toccato gli artefatti con il marchio del drago bianco che Thendara aveva detto li avrebbero aiutati a impedire il ritorno di Nerull, accogliendoli nei loro "spostamenti" tra quel luogo maledetto e dimenticato e il castello della Principessa d'Argento: di certo un ruolo in tutto quello dovevano averlo, non potevano essere solo peculiari animali da compagnia.
Hengist tirò un lungo sospiro triste e sperò con tutte le proprie forze di non incontrare nessun animale che si potesse unire a lui.
Le parole di Thendara, quel "mi dispiace" detto proprio in sua direzione, non lasciava spazio a molte domande su come sarebbe andata a finire per lui quella storia

NON GDR
Dio, non ci credo, sono riuscito a scrivere! xD Cercherò con tutte le mie forze di essere più presente... attendendo trepidante il 10!

Commenti

  1. Ben trovato!!! Alla grandeeeeeeeeee!!! Un ottimo ritorno con un bellissimo post!!!

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