INTERLUDIO - HENGIST



GDR
Ed eccoli finalmente giunti a La Soglia: Hengist accolse la vista delle alte mura e della solita, lenta, fila di persone in attesa davanti al grosso portone di entrata, dove le guardie cittadine imponevano come sempre la consegna di armi e armature per evitare il più possibile l'insorgere di disordini.
Il gruppo condusse il carro che li stava trasportando in avanti, fino ad amalgamarsi alla caotica fila, procedendo poi metro dopo metro in direzione del portone; Pikel, come già era successo qualche giorno prima, durante il loro primo arrivo a La Soglia, si dimostrò più che deciso a non consegnare il proprio equipaggiamento. Con il Nano era sempre la stessa storia, ma quel giorno il Chierico era tutto tranne che riposato e paziente e proprio non avrebbe saputo come sarebbero riusciti a gestire la situazione!
Inaspettatamente, ci pensò però Riddack il Ladro (dimostrando anche una sorprendente capacità nel comprendere i gesti e i mugugni sordi del Nano). Con un agile balzo, si fiondò giù dal carro e raggiunse una delle guardie superando di volata la coda; parlarono per un po', quindi il Ladro gli consegnò arco e spada, tornando poi indietro verso il resto del gruppo con un largo sorriso sornione.
Sarà stata la stanchezza, il pulsare delle ferite e dei colpi che aveva incassato in quelle ultime ore, ma Hengist non capiva proprio che cosa fosse successo.
A bassa voce, quindi, chiese a Riddack, forse con tono un po' troppo spazientito:

" Beh? Che sei andato a fare laggiù?"

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