RINNEGATI - 09/09/1000 DI - ISURUS

I due stranieri, simili ma profondamente diversi, che si erano fatti largo attraverso la folla inferocita di Darokin e gli si erano posizionati al fianco sguainando le armi, dopo poco, furono seguiti da altre due figure: molto più piccole in statura e in corporatura, maschio e femmina, appartenevano ad altre due razze degli abitanti di superficie che Isurus aveva già imparato a conoscere come "Halfling" e "Gnomi".
Esserini piccoli, scaltri e molto astuti. Simpatici, spesso più di quanto si erano dimostrati - almeno nei suoi confronti - la quasi totalità degli umani che aveva incontrato nel breve tempo che aveva passato in superficie.

A piccoli gruppetti sempre più ampi i cittadini di Darokin assiepati nel bel mezzo della strada se ne andarono, abbassando le braccia e rilassando i muscoli, spegnendo le loro grida e le loro imprecazioni.
Isurus attese che anche l'ultimo avesse voltato le spalle a lui e al gruppo di stranieri che si era avvicinato, prima di rinfoderare la spada.
Non li avrebbe mai attaccati di sorpresa, non sarebbe certo stato un gesto onorevole, ma la cautela non era mai troppa.



Curiosamente, quando la folla ormai si era diradata del tutto, al fondo del vicoletto davanti a loro si ergeva una donna con i capelli raccolti in una treccia e con addosso vestiti molto semplici; alzò una mano come per salutare il gruppetto armato, quindi poi scomparve improvvisamente in una folata di vento.


"Avete visto? Che diamine sta succedendo?" esclamò un altro Halfling alla guida di un grosso carro pieno di botti di legno, dirigendosi in direzione del gruppo.
L'Halfling smontò dal carro e si avvicinò dritto a Isurus, tendendogli una mano: "Sono mastro Balad'In, mastro birraio. Te la sei vistra brutta, nevvero? Siamo diretti alla locanda La lontra sbronza, per consegnare il nostro carico della migliore birra della Repubblica di Darokin, vuoi farci compagni per la cena?"

Isurus impiegò qualche lungo istante a rispondere, nel quale squadrò ognuno dei presenti dall'alto in basso, chiedendosi se potesse davvero fidarsi di loro.
Certo, con la sua sopraffina tecnica di combattimento avrebbe senza alcun dubbio sgominato l'intera folla inferocita anche da solo, ma questi sconosciuti non gli avevano dato motivo per non accettare l'invito. E poi aveva fame, anche se l'idea di ingurgitare cibo di superficie lo metteva comunque un po' a disagio.
No, non avrebbe mai ammesso a se stesso di sentire il bisogno di parlare con qualcuno, di rilassarsi, di percepirsi un po' meno solo.
Lentamente, quindi, rispose al saluto stringendo la piccola mano tozza di Balad'In con la sua, verdognola, palmata e umidiccia.

"Salve, mastro birraio. E salve anche a voi, strano... gruppo di sconosciuti armati. Vista brutta? Avevo già immaginato più o meno una decina di scenari differenti per la zuffa che sarebbe scaturita, e nessuno di questi si sarebbe concluso con la mia sconfitta... ma vi ringrazio per l'intervento, mi avete evitato una fatica non necessaria. Se per voi non è di disturbo accetterei l'invito!"

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