LA CITTA' PERDUTA - HENGIST - 19/07

Hengist soppesò la propria borsa di cuoio, che il ladro aveva appena riempito con la parte destinatagli del bottino che avevano raccolto nel corso delle ultime esplorazioni, guardando Riddack fisso in volto.
Doveva ammetterlo a se stesso: appena fatta la sua conoscenza, era stato restio a fidarsi di lui.
Non quanto Morgon, ovviamente, ma come chierico trovava difficile affidare la propria vita a quelle lunghe e sottili mani da scassinatore.
L'esperienza e i fatti, però, l'avevano spinto a ricredersi; Riddack si era rivelato un compagno fedele e davvero utile, stranamente attaccato agli ideali di rispetto e lealtà che lui stesso era stato felice di aver costruito assieme al mago e a Pikel... certo, il fatto che l'avessero trovato "casualmente" all'interno di una miniera abbandonata era qualcosa che ancora doveva spiegarsi, ma non esiste uomo che non abbia dei segreti.
"Già, li hanno tutti", si disse Hengist mettendosi di nuovo la borsa a tracolla.

Il ladro aveva ragione, dovevano muoversi: ogni istante che perdevano li allontanava dal ritrovamento di Morgon (e dalla possibilità che i chierici di Nerull lo lasciassero in vita). Muovendosi con le sue classiche, grandi, falcate, il chierico si diresse verso l'apertura nel muro scorrevole da dove erano uscite qualche attimo prima le guerriere: "Forza, proseguiamo", disse rivolto ai compagni.

Commenti