INTERLUDIO - GaMeMaStEr - 17/07


Da una collina distante una figura ammantata di nero, con un lungo mantello nero che arrivava fino a terra, osservava quanto stava accadendo sulla strada. Il capo era l'unica parte scoperta del corpo. Un capo ornato da una lunga cresta rossa. Appoggiato ad uno degli alberi in cima alla collina sorrise quando vide il nano scendere dal carro con l'ascia spianata!
"Oh come mi piace il temperamento di quel ragazzo...ora vediamo come se la caveranno e vediamo se tutto andrà come deve andare...in caso contrario...chissà poi perchè il vecchio vuole così..." pensò tra sè e sè, mentre lasciò cadere a terra il mantello.
Per un istante, ma nessuno avrebbe giurato sulla cosa, la sua figura divenne enorme, mutò di forma. Se qualcuno fosse stato lì, in quel momento, avrebbe avuto l'impressione, nemmeno troppo conscia, che vicino all’albero ci fosse un drago. La cosa durò davvero un battito di ciglia. Poi nuovamente vicino all’albero, prese posto il possente guerriero.


Poco prima che succedessero queste vicende lungo la strada tra Kelven e La Soglia, in una locanda che solo in pochi hanno la fortuna o la sfortuna di trovare lungo il loro cammino, due figure si sedettero allo stesso tavolo a cui si sedettero qualche tempo prima. La prima figura, dal grosso pancione e dalla folta e lunga barba rossa iniziò per primo a parlare. L’altra figura, calva e tatuata con strane rune rimase ad ascoltare.
Alla fine è andata male, non trovi? Sembra che il mio amico abbia avuto la meglio sul tuo schiavo. Ora che il tuo tentativo è fallito, hai capito che devi lasciar perdere?
La figura calva e dagli occhi profondamente malvagi, sorrise. Lasciò che quel suo sorriso creasse curiosità nel suo interlocutore.
Tu credi davvero, amico mio, che mi importasse qualcosa di quel mio schiavo? Credi davvero che avrei affidato a lui la responsabilità di portare a termine i miei piani. Ti pongo un interrogativo. E se quel tuo tentativo che il drago e quei tuoi amici hanno sventato; perché sappi che so che hai coinvolto anche loro guidandoli fino alla miniera, fosse un diversivo? E se il mio primo obbiettivo fosse un altro? E se ti dicessi che è già andato a buon fine?
Se così fosse, ti direi che stai bleffando, proprio come hai sempre fatto. Direi che le tue parole portano solo veleno e null’altro.
Tu dici? Allora facciamo così, mi sento particolarmente buono. Fossi in te lascerei perdere quell'inutile gruppetto di avventurieri e sposterei lo sguardo verso il principato di Glantri e le terre che lo circondano... ma sappi che questa volta sei già in ritardo e non mi fermerai… povero illuso! Il drago ora è impegnato a fare da balia e non arriverà mai in tempo!
L’individuo dalla barba rossa non lasciò trasparire nessuna emozione. Si limitò a guardare fisso l’altro. Rimase in silenzio per diversi istanti, che sembrarono durare ore.
A quel punto si alzò e se ne andò. Lo sguardo si era fatto più serio. Arrivato sulla porta si voltò e disse “Ora se mi permetti ti porrò io un’interrogativo: e se il drago non fosse l’unico drago di cui mi servo?”.
Detto questo uscì dalla locanda e si gettò nella nebbia che avvolge perennemente questo non luogo, sparendo in pochi istanti alla vista.
La figura malvagia rimasta all’interno della locanda, seduta al tavolo, trasse a sé la bevanda rossa che era nel bicchiere innanzi a sé. Ne sorseggiò un ampio sorso e poi disse tra sé e sé – Non arriverai mai in tempo amico mio, ed anche se ce la facessi, questa volta ti renderò il compito decisamente difficile… i nani hanno già scavato troppo a fondo! Tutto è già iniziato!


Poco prima che questo incontro avvenisse nella locanda avvolta dalle nebbie, in una valle lontana, segreta, nascosta, la valle di Haven, una valle in cui nani, elfi, halfling e umani vivevano in armonia, in pace, lontani dai tanti problemi del mondo; alcuni nani minatori, nei loro sondaggi per trovare nuove vene di oro, trovarono il più grande rubino che si sia mai visto in tutto il mondo conosciuto. In segno di devozione e riconoscenza, la preziosa pietra venne donata alla principessa Argenta, colei che regnava sulla terra di Haven. In segno di grande onore la pietra venne chiamata “Il cuore della mia signora”. La principessa fu così lieta del dono ricevuto che decise di dare una grossa festa al palazzo, invitando rappresentanti di tutte le comunità, al fine che tutti potessero ammirare la grande gemma. I nani minatori, ovviamente sarebbero stati gli ospiti d’onore. Il giorno prima della grande festa l’aria era già piena di attesa e speranza. Tutti gli occhi erano puntati al palazzo della principessa che intanto era stato agghindato fino alla torre più alta. Fu allora che fu visto arrivare. Lo straniero. Volò attraverso tutta la valle cavalcando un grande drago bianco. Il cavaliere straniero era vestito di una nera armatura, aveva una pelle pallida, capelli lunghi e biondi ed una corta barba biondiccia. Lo straniero fu invitato alla celebrazione, data la grande ospitalità della valle di Haven e della principessa in particolare. Tutti furono però sorpresi che la principessa accettò che lo straniero la scortasse e l’accompagnasse per tutta la festa.

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