RINNEGATI - 11/09/1000 - di TROTIK

Terminando la discesa dal balcone, il topo si avvicinò ad Ariel; non rispose alle sue domande, ma chiese a sua volta: "Sempre allegro, il coniglietto! Come sta?" Estraendo dal sacco una pallina di legno di pioppo, un legno particolarmente morbido, la porse a Pimkie e ripose nel sacco il grappino che aveva usato per calarsi.

Trotik non era affatto stupito dalla presenza di altre persone insieme a quelle che aveva già conosciuto. Avvicinandosi a loro, esclamò "Forse ho le allucinazioni: non mi sembra di aver mai visto un albero che cammina...!"; rivoltosi verso il bardo gli disse "E non ho neppure visto mai quello strumentino con delle corde!", indicando il liuto appeso in spalla. Uno sguardo rapido a Isurus gli confermò che la situazione era tranquilla: i nuovi avventurieri che si erano aggregati non costituivano una minaccia. Il marinaio ben conosceva i tritoni e la loro sicurezza; anche se la maggior parte di questi odiava le attività condotte da quelli come Trotik, egli stimava, della razza marina, l'orgoglio e la determinazione. Si trattava di un raro caso di stima non reciproca, ma non espresse il suo pensiero.
Tornato con lo sguardo su Ariel, accarezzò il coniglietto. "Visto che siete così in tanti, immagino che vorrete salire tutti sulla mia nave, però voi mi avevate detto che eravate solo in sei... già Lok'Tar che pesa molto... Io posso solo portare sulla mia nave sei persone oltre a me stesso".
Dopo una giornata di lavoro, voleva andare a riposare, memore dell'appuntamento all'alba. Fece qualche passo in direzione del molo presso il quale era ormeggiata la sua barca, poi si fermò e si voltò verso il gruppo: forse avrebbero voluto dirgli qualcosa.


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