RINNEGATI - 11/09/1000 - Ariel

"Sta molto bene, come puoi vedere, messer Trotik!" disse Ariel in risposta alla domanda sul proprio animale da compagnia da parte del pirata. Mentre rispondeva posò una mano sulla piccola testolina del coniglietto e la grattò dolcemente, gesto al quale il piccolo roditore rispose mordicchiandole la punta del dito.
Poi rivolse la sua attenzione ai compagni che stavano prendendo quella che aveva tutta l'impressione di essere una decisione davvero importante. Da parte sua non sapeva se da un punto di vista strategico sarebbe stato meglio attaccare l'isola, come da piano iniziale, o il faro, se farlo in massa o in gruppi divisi, se farlo dal cielo, via terra o dal mare. Lei tanto, di strategia, non ne capiva nulla. Non era solita vivere la vita pianificando i propri passi. Non era solita vivere la vita con la testa. Ci avevano provato, ad insegnarle. Gli gnomi sono famosi  per l'uso della loro testa, per l'applicazione delle loro idee, per le loro opere ed i loro calcoli. Eppure Ariel non era così. Intendiamoci, non era una sprovveduta, era solo che a contare i passi della propria vita, proprio non era portata. E non lo faceva apposta. Lei misurava ogni passo con il cuore, con la pancia, e così fece anche quella volta.

"Se ho capito bene e al faro si nasconde la strega che ha fatto uccidere Morgon, ammaliando Pikel... allora io voto per il faro. Ho un debito da far pagare a quella megera!"

Nessuno l'aveva vista tanto risoluta prima d'ora.

E così anche lei aveva espressa la sua idea.

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