RINNEGATI - 12/09/1000 DI - DuNgEoNmAsTeR

GDR

Il rumore assordante dello scontro tra i due draghi stava sovrastando ogni cosa. Le due bestie si stavano sfidando a viso aperto, senza risparmiarsi ogni genere di colpi. Se qualcuno si fosse fermato ad osservare con calma quello scontro titanico, avrebbe potuto facilmente notare che assomigliava più ad una rissa tra due esseri che si odiano, piuttosto che ad uno scontro tra due creature intelligenti, fatto di finte, di tatticismo e di strategia. Qui si stava parlando di uno scambio di colpi senza soluzione di continuità. Colpi violenti e non ragionati. Colpi sferrati per fare male, per annientare. Non c'era altra motivazione nelle artigliate che i due draghi si stavano scambiando, non c'era altro nei morsi o nei colpi di coda. A guardare quella mattanza non si sarebbe potuto dire se uno era in vantaggio rispetto all'altro.
Il cielo, quasi a voler contrastare quell'orribile visione, era terso, di un azzurro che solo poche giornate potevano vantare. Il sole era ormai molto alto nel cielo. Se non fosse stato per i due draghi, in quel momento avvinghiati uno all'altro, se non fosse stato per la distruzione disseminata da quelle due creature, se non fosse stato per l'intenso odore di bruciato che pervadeva l'intera area. Se non fosse stato per l'assordante rumore prodotto da quello scontro. Se non fosse stato per tutte quelle cose, quella, si sarebbe detta una meravigliosa giornata. Ma tutte quelle cose c'erano, esistevano, stavano accadendo e bisognava farci i conti.

Le acque del lago erano fredde per essere una calda giornata di inizio settembre. O forse il freddo era dovuto alla paura per quello che era appena successo. Ulderì non lo sapeva, ma abbandonato lo zaino e tutto il suo contenuto e l'armatura, stava nuotando verso riva. Toccò terra proprio nei pressi della Maelstrom, o meglio, nei pressi dei due tronconi che una volta la componevano. Vide Ayame che preoccupata osservava la parte di chiglia posizionata in maniera più verticale. Si vedeva lontano un miglio che era impaziente per qualcosa. Saltellava da una parte all'altra spostando il peso da una gamba all'altra.

Le acque del lago non erano poi così fredde. Questo pensiero attraversò la mente di Isurus. Il Tritone guardò il corpo di Promethea, nelle sembianze di una Erinni,che galleggiava, sospeso nell'acqua, senza testa. Le grandi ali erano spalancate, come braccia aperte in un abbraccio. Il sangue che continuava a fuoriuscire dalla ferita stava tingendo l'acqua tutt'intorno di rosso. Alcuni pesci stavano iniziando ad avvicinarsi attratti dall'odore del sangue. Isurus guardò verso il basso. Scandagliò con lo sguardo il fondo del lago e non ci mise molto ad individuare le due lame, che fino a pochi istanti prima la sua avversaria brandiva con ardore. Si avvicinò e le impugnò. Tornò in superficie balzando fuori dall'acqua proprio mentre Ulderì, faticosamente, vi era appena giunto. Anche lui vide Ayame e ne colse l'impazienza.



Trotik corse verso Lylith. Mentre correva lanciò un incantesimo ed una grande mano rosata, fatta di energia magica pulsante comparve davanti a lei e si mosse velocemente a raccogliere la lancia che Lylith aveva fatto cadere a terra, pochi istanti prima di cadere in ginocchio. Quando vide che l'operazione era andata a buon fine ne fu felice.

Arbea non fece neanche troppa fatica ad entrare nella nave, stava camminando su quelle che una volta erano le pareti laterali degli interni della nave, ma non era molto diverso rispetto a camminare su un pavimento. Le porte si trovavano grosso modo a mezz'altezza e disposte orizzontalmente piuttosto che verticalmente, ma anche quello non fu un grosso problema. I problemi arrivarono quando la driade dovette cercare qualcosa di interessante. La stanza del comandante era un guazzabuglio di fogli ammassati e caduti dappertutto, di oggetti rotti e sparpagliati ovunque. Due scaffali erano caduti spaccandosi.

(NON GDR: Tiro di Percezione per Arbea - Bonus +1 - CD 15 - 1d20 + 1 -> 14 + 1 = 15 -> Superato!)

Si accorse però, che sullo scaffale rotto, da cui erano caduti tutti gli oggetti, uno era ancora lì e sfidava apertamente tutte le leggi della gravità. Si trattava di uno scrigno. Avrebbe dovuto cadere. Sembrava stesse per farlo da un momento all'altro. E lo avrebbe probabilmente fatto se Arbea non lo avesse preso e non se lo fosse infilato nello zaino. L'uscita fu veloce e rapida. Quando scese trovò Ayame, Ulderì ed Isurus ad attenderla ai piedi di quello che rimaneva della Maelstrom.

Damien era in attesa che il suo compagno fraterno si desse una mossa a prendere la corda dallo zaino per lagare la loro avversaria. Il mezz'elfo era ben consapevole che la parola di quell'elfa dei ghiacci era un'arma pericolosa, ma per il momento, le sembrava sconvolta e arresa, per davvero. Ma non abbassò di un centimetro la sua arma puntata alla gola di lei. Osservò intanto arrivare Trotik, Brandibacco e Ariel.

Brandibacco arrivò nei pressi della zona in cui si trovavano i compagni che attorniavano la loro avversaria praticamente nello stesso momento in cui arrivò anche Ariel. 

Lok'Tar si pentì di aver lasciato la corda proprio in fondo allo zaino. Stava togliendo tutti gli oggetti che la sotterravano.

(NON GDR: Tiro di Rapidità di mano per Damien - Bonus +2 - CD 15 - 1d20 +2 -> 10 + 2 =12 -> Fallito!)

Non alzò la testa. Non preannunciò la cosa in alcun modo. Sarebbe stato difficile da prevedere per chiunque dato che, per quello che era stato dato loro di capire, quegli essere avevano cercato, per tutta la loro vita, di allungarne in qualche modo la durata. Mai si sarebbe potuto pensare ad un gesto come quello. Si mosse con la rapidità di un gatto e Damien fu coltò, lettaralmente, alla sprovvista. L'elfa dei ghiacci si spinse in avanti con entrambe le gambe, facendo in modo che l'arma di Damien, che venne travolto da quel gesto improvviso, le si conficcasse nel collo, uccidendola sul colpo. La testa assunse una posizione innaturale, gli occhi si spensero e la vita abbandonò Lylith. Le braccia prive di vide ciondolarono addosso a Damien come a volerlo stringere in un abbraccio. Il vestito le ricadde  addosso e dopo pochi istanti ecco che le sembianze della bella elfa dei ghiacci l'abbandonarono ancora una volta per rivelare le fattezze demoniache che l'avevano definita durante il combattimento.

CONTINUA...


NON GDR

Il post del Dungeon Master continua... per favore astenersi avventuriere ed avventurieri dallo scrivere fino a nuovo ordine!


Ed ora non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento...
...al prossimo incontro!



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