RINNEGATI - 11/09/1000 - LoK'TaR

 Era stanco, non poteva negarlo. 

Il viaggio del giorno prima, l'arrivo ad Akorros, tutto il trambusto, la ricerca al porto, l'attacco di quei tizi alla locanda, la fuga, era ora finalmente che si poteva andare a dormire quelli ancora stavano a parlare. Ma come faceva la gente a non stancarsi di parlare. Per lui contavano le cose pratiche, quello che poteva toccare con le mani e che poteva colpire con le sue armi. Il resto era un di più. Un di più utile se preso a piccole dosi, ma qui si stava esagerando.

In un angolo, un poco in disparte, scuoteva la testa e si passava una mano tra i capelli neri. Rispose allo sguardo fisso di Ariel che lo fissò per un bel minuto in silenzio. Dopo un poco dovette cedere ed abbassò lo sguardo imbarazzato.

Quando sentì la melodia provenire da qualche parte della casa sorrise. Riconobbe il rumore dell'organetto della gnometta e si sentì meglio. Quella musica lo riportò ad un tempo in cui da bambino correva spensierato per i campi intorno al villaggio. Un tempo in cui era stato davvero felice. Sorrise di cuore. 

Fu così che lo trovò Trotik mentre lo invitava a prendere posto nel letto più grande. Gli fece un cenno con la testa in segno di ringraziamento, e, felice che le menti pensanti del gruppo avessero preso finalmente una decisione si sedette sul letto. Iniziò a rimbalzarci sopra due o tre volte per saggiarne la morbidezza. Sorrise.

Iniziò a togliersi il mantello, il vestito un poco lacero che indossava ed il suo kilt. Posò le armi nel letto accanto a sè e s'infilò sotto le coperte. Sorrise. Non pensava sarebbe successo, ma apprezzò molto quelle coperte di buona fattura che lo ricoprivano, in qualche modo sembrava conciliassero il suo sonno. Stava per chiudere gli occhi quando sentì una musica leggera leggera provenire dal liuto di quello strano bardo, Ulderì. Sorrise. La melodia lo prese sottobraccio, lo sollevò come se qualcosa lo stesse prendendo in braccio ed iniziò a cullarlo. Si addormentò come un bambino... ed iniziò subito a russare come un orso.


Quella notte fece un sogno strano, dominato da colori vivaci e molto carichi. C'era un piccolo mezz'orco dai capelli rossi si trovava da solo in una grande foresta ed era alle prese con una grande bestia di fronte a lui. Non aveva armi per affrontare il suo avversario, solo le sue mani e la sua astuzia. Il giovane mezzorco dopo un lungo combattimento si librò al di sopra degli alberi a cavallo dell'animale che aveva domato. Il sorriso di quel piccolo mezz'orco regalò tanta serenità a Lok'Tar.

Al mattino i compagni che lo svegliarono lo trovarono ancora russante, con un sorriso stampato sul viso, con i due enormi pugni che uscivano da sotto le coperte e che tenevano stretta la coperta. Coperta che lo copriva dalle ginocchia alle spalle, mentre polpacci e piedi erano rimasti fuori ed addiritutta sbordavano dal letto.

L'orco aprì prima un occhio poi l'altro. Sbadigliò. Emise un grugnito misto ad un ringhio e scese. La sua mano subito corse alle armi che avevano riposato accanto a lui. Il contatto con l'acciaio gli trasmise una bella sensazione. Seduto sul letto con gli occhi aperti a metà e la faccia particolarmente addormentata, si rese conto di avere lo stomaco vuoto. 

A mala pena sentì le parole di Banedon.

Si rivestì ed affidandosi al suo istinto ed al suo fiuto, scese le scale come un automa magico e si diresse alla dispensa della casa per uscirne fuori con un vassoio pieno di frutta da una mano, un barile di una qualche bevanda sotto un braccio ed una serie di ciotole piene di pane, quelli che sembravano vasetti di marmellata, una caraffa vuota, un bicchiere di legno , un piatto ed un cucchiao. In bocca teneva addentata una grande fetta di quella che sembrava una torta. Dalle tasche appese alle cintura facevano capolino dei pasticcini e dei biscotti. Posò tutto sul tavolo per poi tornare nella dispensa. Lo sguardo si stava facendo man mano più sveglio. Ne uscì masticando un bel pezzo di salame, e le mani piene di affettati, verdure, quelli che sembravano gli avanzi di una cena con un bel pezzo di coniglio, delle parate e delle erbe. Posò nuovamente il contenuto sul tavolo e prese posto a sedere. Accorgendosi solo in quel momento della presenza del chierico che lo guardava in silenzio, sorrise.

"Umio gnonno mdiceva msemfre che una mbugna mgiorgnata inizia mfsemfre con..." deglutì il boccone che stava masticando per poter così concludere la frase "...con una buona colazione".

NON GDR

Lok'Tar ha il massimo dei punti ferita - grazie ai due bardi - per cui non spende Dadi Vita.

Il vostro mezz'orco barbaro è pronto a partire!

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