RINNEGATI - 12/09/1000 DI - uSuL

Il nano guercio, ancora in forze, non presentava ferite, e la fronte corrucciata non lasciava presagire nulla di buono. Non era salito di buon cuore su quella nave volante. "Un trabiccolo..." lo aveva definito mettendo piede sul ponte. 

La sua fronte non aveva abbandonato quell'espressione corrucciata, ma a guardar bene nell'unico occhio buono che gli era rimasto, si sarebbe potuto trovare una sana e logica paura. Paura delle navi in generale e di una nave volante in particolare. Usul era però un nano, razionale, duro come la pietra e pratico, molto pratico e pragmatico.

L'alternativa di rimanere in quella torre, che stava dando segnali di cedimento sarebbe stato da pazzi, per cui meglio quel trabiccolo piuttosto che il crollo della torre.

Si era aggrappato al parapetto della nave, come faceva con le gambe della mamma quando era un piccolo nano dalla barba corta. Sin da subito si era ammutolito, non che prima fosse stato particolarmente loquace, perchè il suo stomaco glielo imponeva. Si da quando la nave si era staccata dall'ormeggio e Trotik la stava conducendo lontano dalla torre, il suo stomaco si ribellò. Quando poi il timoniere eseguì la manovra per dirigere la prua della nave verso il basso (Usul non si era accorto dei loro compagni, perchè non guardava fuori e si stava isolando completamente dal mondo, non sentì nemmeno Damien indicare di scendere verso i compagni), il suo stomaco si rigirò letteralmente sottosopra.

 

Quello che successe dopo non è lecito scriverlo qui, per tutti coloro che leggono e per le dignità del buon nano.

Quando raggiunsero i compagni e la nave si fermò a pochi centimetri da terra, mentre tutti stavano cercando di salire, Usul si alzò da dove si trovava, e sgomitando iniziò a dirigersi verso il lato della nave dove il parapetto era interrotto da una paratia dicendo sottovoce "Devo scendere da questo trabiccolo. Devo scendere da questo trabiccolo. Devo scendere da questo trabiccolo..."

Il fragore dello scontro tra i draghi lo colse all'improvviso e lo fece cadere rovinosamente sul ponte della Maelstrom.

Quando si voltò per guardare cosa stava succedendo, vide il drago rosso, erorme, possente, antico, balzare nella loro direzione. 

Per un attimo alcune immagini lo sorpresero, fu un solo istante. La sua prima ascia. La ferita all'occhio sanguinante. La prima benda. Poi l'ombra di bronzo e lo schianto dei due draghi.

"Per la barba del grande Urin, vogliamo andarcene da qui o volete un invito scritto?"

Sapeva bene che quelle sue parole gli sarebbero costate care in termini di orgoglio, stomaco e malessere. Ma Usul era un nano, razionale, duro come la pietra e pratico, molto pratico e pragmatico.

NON GDR

Bentrovati a tutti quanti!

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