UN PROBLEMA SORGE AD OVEST - 24/08/1000 DI - MoRgOn


Morgon era ancora frastornato da tutto quello che era successo.  Ricordava con precisione il momento in cui venne portato via dal Tempio di Nerull, ricordò i mesi passati in una cella oscura, ricordò le torture, ricordò con precisione tutte le volte che quelle voci sussurrarono ai suoi orecchi “Ti hanno abbandonato… sei solo… ti hanno abbandonato…

Poi più nulla, fino al momento in cui aprì gli occhi, in una cella della fortezza di Molten Kratz.
Nonostante il viaggio interdimensionale fosse stato sconvolgente, nonostante la battaglia con il drago nero fosse stata durissima, nonostante quello fosse il momento meno indicato, con qui pensieri in testa si avvicinò al suo vecchio amico Pikel, gli diede una grande pacca sulla spalla e disse <<Grazie amico mio… grazie per non avermi abbandonato…>>.

Poi si rivolse verso Riddack e Brandibacco <<…anche se ci conosciamo da meno tempo… grazie anche a voi… sono in debito con voi…>>.

Poi si rivolse ad Ayame ed allungando la mano disse <<… e sono in debito anche con te… grazie, davvero!>>.

Era forse la prima volta che il carattere scorbutico del mago veniva messo da parte per lasciare posto ad un lato gentile che raramente veniva fuori.  PIkel che lo conosceva da più tempo degli altri sapeva che Morgon aveva un grande cuore, ma aveva anche un caratteraccio. Ma in quel momento quel caratteraccio non trovò spazio…

Poi un pensiero lo sfiorò. Hengist. Sapeva che il chierico non poteva essere morto. O almeno, fino a quando non avesse visto il corpo del suo amico senza vita, per lui Hengist non era morto, ma perso. Chissà dove. “Non ti abbandonerò… ti troveremo

Si guardò intorno e poi si rivolse ai compagni.

<<…ora basta con le lagne! Vogliamo restare qui ad aspettare che tornino a cercarci o vogliamo sfruttare il momento per cercare di uscire  da qua?>>.

Era tornato il Morgon di sempre.

Commenti