SOTTOTRAME - 02/08/1000 DI - DuNgEoNmAsTeR
Quando le possenti mura della città che gli era
stata indicata dal suo nuovo padrone gli si palesarono innanzi, l’essere che
ormai aveva poco di quel tempo passato che ogni tanto scalfiva i suoi sogni
notturni, si guardò le mani ed i piedi. Aveva corso per chilometri. Senza
sosta. Si era nutrito poco in quei giorni. Pensava solo a correre e la vendetta
era stata sua compagna di viaggio per tutto quel tempo. Le mani ed i piedi era
sanguinanti. Ma lui non sentiva più dolore. Il suo padrone gli aveva dato grande
potere. Si arrampicò su di un albero, tra le fronde e li rimase a guardare. Da
quella posizione poteva tenere sotto controllo l’ingresso alla città e l’andirivieni
dei soldati sulle mura. Era mattina e la coda della gente che voleva entrare in
città si stava facendo lunga. Le grandi porte si aprirono al cigolare dei
cardini e la pesante saracinesca venne sollevata.
La gente in coda iniziò a muoversi. Le guardie raccoglievano da ognuno il dazio.
La strana figura ammantata di nero tirò giù il
cappuccio e si avvolse nel mantello. Lasciò che una leggera brezza accarezzasse
la sua pelle…o almeno i brandelli che di essa rimanevano sul suo viso. Sollevò
le mani e le portò all’altezza del viso. Le ferite erano rimarginate. Benedisse
il suo padrone.
Fu in quel momento che il rumore di un carro in
lontananza attirò la sua attenzione. Quello che vide lo fece sorridere. Un
sorriso fatto di denti scoperti e marcescenti.
Quando il grande carro che trasportava un grande
quantitativo di fieno, ben oltre la capacità normale dello stesso, guidato da
una coppia di pasciuti contadini vestiti semplicemente, passò sotto il suo
albero, l’oscura creatura si lasciò semplicemente cadere, silenziosa e rapida;
il fieno accolse il suo rachitico corpo e ne attutì la caduta.
Non passò un minuto che il carro si mise in coda.
I contadini pagarono la gabella e passarono sotto il grande arco delle porte di
Specularum.
Era dentro.
Ora la caccia potevaproseguire.
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