RINNEGATI - 12/09/1000 - LoK'TaR

Era stanco. Esausto. Era come un grosso peso lo opprimesse. Era come avere un'enorme lastra di roccia appoggiata addosso come una coperta. Il respiro era affannato. Tutt'intorno buio. Era stanco. Stanco morto.

Morto?

Era questa la morte?

Era così?

Eppure sentiva dei rumori provenire da chissà dove, attutiti, in lontananza. Eppure sentiva l'odore della terra. Poteva sentire il freddo della pietra tutt'intorno a lui.

Poi, d'improvviso, un forte dolore al braccio sinistro. Una puntura molto dolorosa.

"Ahio!"

Il dolore lo costrinse ad aprire gli occhi. Vide che una piccola luce proveniva da una feritoia, un minuscolo tunnel, da cui Lok'Tar poteva intravedere un coriandolo di cielo azzurro. Fu in quel momento, grazie alla freccia che ora era conficcata nel suo braccio sinistro, che Lok'Tar sentì il profumo dell'aria fresca. Flebile. Effimero. Fu un solo attimo. Attimo che però bastò al possente orco per trovare le energie per iniziare a spingere con le braccia sul terreno. Sentiva i muscoli lavorare ancora una volta fino al limite. Quando il grande lastrone di pietra iniziò a muoversi, il mezz'orco iniziò a muovere anche le gambe che si unirono allo sforzo dell'intero corpo. Lok'Tar si sollevò da terra e finalmente fu in piedi, mentre accanto a lui il grande lastrone di pietra che fino a pochi istanti prima lo seppelliva, finiva a terra rovinosamente producendo una nuvola di polvere.

Ci mise un attimo a prendere coscienza di quello che stava succedendo. Draghi enormi che combattevano non lontano. Sempre non lontano vide la nave elementare con sopra un essere con ali nere come la notte ed una veste svolazzante, decisamente la cosa non lasciava presagire nulla di buono. Sul ponte della nave però vide anche Brandibacco, Ayame, Trotik, Arbea, Ulderì ed Isurus e la cosa lo rincuorò. A completare il quadretto c'era una grande figura di roccia sul ponte della Maelstrom. Spostando lo sguardo più vicino vide suo fratello, Damien, che si stava nascondendo dietro una lastra di pietra. Si stava nascondendo da un essere alato dalla pelle rossastra che aveva tutta l'aria di essere un demone. L'istinto fu quello di partire di corsa per proteggere il fratello che sembrava in pericolo, quando ancora più vicino, a pochi passi da lui, vide il corpo di Ariel, la piccola gnometta e china sopra di lei una figura eterea, il fantasma che più di una volta aveva già visto. 

Sollevò le sue armi e con entrambe, urlando, si lanciò sulla figura della giovane china su Ariel; non prima di aver dato un colpo con l'ascia alla freccia ancora conficcata nel suo braccio per spezzarne la parte che fuoriusciva dalla ferita e che gli impediva movimenti fluidi. Al resto avrebbe pensato dopo, sempre che un dopo ci sarebbe stato quel giorno.



NON GDR

Lok'Tar entra in Ira barbarica ed attacca con entrambe le armi il fantasma. Non vuole che nessuno tocchi la piccola Ariel.


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