RINNEGATI - 12/09/1000 DI - uSuL

Non era preoccupato per sè e non gli importava molto che quei compagni d'avventura fossero recenti e non ci fosse alla fine così affezionato. Sapeva che prima o poi un nano deve affrontare momenti come questo nella sua vita. 

La cosa che lo preoccupava era di colpire bene e difendersi altrettanto. Le armi erano pronte. Lui non era al meglio della forma, ma nuovamente, non era questa la cosa importante.

La donna si avvicinava sempre di più. Le armi nere che stringeva in mano brillavano di uno strano bagliore.

Con la coda dell'occhio intravide Damien che si muoveva lateralmente e vide anche la bellissima elfa scartare di lato e pararsi innanzi a lui. -Buona fortuna ragazzo...- pensò tra sè e sè.

La donna era ormai a pochi passi da lui. Il momento era quasi arrivato.

Percepì la nave volante alle sue spalle. -Buona fortuna anche a voi...- pensò tra sè e sè.

L'attacco arrivò violento e fulmineo come c'era da aspettarsi. La lama nera di Promethea vibrò nell'aria con violenza e precisione. Usul scartò la testa all'ultimo, d'istinto; un istinto allenato in lunghi anni di battaglie ed addestramenti. Se non lo avesse fatto la lama gli si sarebbe conficcata nel bel mezzo della testa. In qualche modo sorrise.

Poi fu il caos.

Percepì l'arrivo del bolide lanciato dalla nave, e nuovamente d'istinto scartò a destra. L'esplosione fu violenta e terribile. Schegge e fiamme lo investirono in parte. Male. Faceva terribilmente male.

"Ma che diavolo state facendo?" domandò tra sè e sè a bassa voce mentre si stava girando per capire da dove arrivasse quella palla di fuoco appena esplosa.

Voltandosi verso la nave vide arrivare la seconda palla di fuoco. Rotolò su un fianco, ma nuovamente venne investito in parte dall'esplosione. Da lì in avanti fù solo buio. Il corpo abbandonato del nano era disteso a terra, faccia rivolta verso l'alto con le due armi ben salde nelle mani. Un nano non abbandona mai le sue armi, fino all'ultimo istante di vita.



Trascorse appena un istante e le mani, strette sui manici del martello e dell'ascia, si aprirono.

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