RINNEGATI - 03/09/1000 - PIKEL


GDR

Impercettibili erano le voci intorno a lui. Ogni suono, ogni rumore era ovattato dalla sua assenza. Come un masso di pietra stava lì, eretto ed immobile, privo di ogni vitalità. A seguito dei tragici eventi, il suo spirito aveva fatto dietro-front, rintanandosi nel punto più nascosto e buio del suo essere. Troppo grande era il dolore per pensare di volere ancora qualcosa da questa vita. Per lui era già stato difficile superare i traumi derivanti dall'essere l'ultimo sopravvissuto del suo clan, dall'aver perso in una volta sola tutte le persone a lui più care. Poi arrivarono Morgon e gli altri compagni...furono loro a determinare in lui la forza per uscire dalla disperazione. A loro doveva tanto...e questo aveva dato. Incapace di resistere all'incantesimo di quella strega, aveva tolto sciaguratamente la vita all'amico . Gli aveva tolto la vita. Lui.
 Basta...il dolore era troppo, anche la sua di vita non aveva più alcun senso. Avrebbe fatto carte false per ricevere la morte lì dov'era, in quel preciso istante.Allo stesso tempo, avrebbe fatto qualsiasi cosa, avrebbe senza dubbio sacrificato la sua di vita per riportare in vita quella di Morgon. In cuor suo però sapeva che cio' non era possibile.
Basta...che senso ha continuare...nessuno...che senso ha lottare per poi trovare solo dolore...nessuno. Assolutamente nessuno.
C'era ancora una cosa da fare però...almeno questa...non avrebbe permesso ai suoi amici rimasti, di morire sotto questa terra. Almeno questo. E prima di sparire per sempre, avrebbe dato una giusta sepoltura al mago.
Come un automa privo di vita propria, si mosse e si avvicino' a Morgon. Lacrime solcavano il suo viso, le labbra strette a contenere a stento i singhiozzi.
Afferrò il suo corpo e se lo isso' in spalla. Non fece caso al suo peso, non lo avrebbe lasciato lì nemmeno se fosse stato ancora più pesante.
Senza proferire parola indicò la corda rivolta a loro e mosse i passi in quella direzione.

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