IL PALAZZO DELLA PRINCIPESSA D'ARGENTO - 18/07 - GaMeMaStEr

FLASH BACK
Quando aveva superato le mura di La Soglia indisturbato, ed era entrato nel perimetro del villaggio, nascondendosi, ne aveva quasi sentito l'odore. Poteva sentirne l'odore, come se fosse un predatore. Dapprima stordito da tutto quel puzzo, da quella miriade di odori, ora poteva distinguere il loro odore. Ed in particolare uno di quegli odori era vicino. Dunque il suo signore gli aveva fatto un altro dono.
La figura ammantata interamente di nero, era un tutt'uno con l'ombra in cui si era nascosto. Mosse la testa completamente racchiusa nel cappuccio prima a sinistra e poi a destra. Annusò l'aria proveniente da entrambe le direzioni e poi un ghigno apparve su quello che forse una volta era stato un bel viso paffuto.
Si mosse rapido e silenzioso.
-Un altro dono del mio signore...- pensò.
Proseguì sicuro seguendo l'odore che aveva individuato.
Lo vide uscire da una porta.  Era il ladro. Una sorta di odio ancestrale prese il suo cuore. Un desiderio di ucciderlo lo pervase. Poi d'un tratto dovette controllarsi. Al fianco del ladro era comparso il gigante dalla cresta rossa. Nemico troppo pericolo da affrontate ora. Fece un passo indietro per tornare a celarsi tra le ombre.
I due parlottarono per pochi istanti e poi svanirono.
Li aveva forse persi?
Non gli restava che seguire le indicazioni per la locanda del Drago Rosso, come gli era stato ordinato.
Man mano che si avvicinava non solo ritrovò l'odore del ladro ma anche quello del nano e dell'umano chierico. Erano senza ombra di dubbio alla locanda.

Avanzò nascosto, mai visto da nessuno.
Quando raggiunse la locanda, cercò di avvicinarsi ad una delle finestre per sbirciare al suo interno.
Vide i tre seduti ad un lato del tavolo, dall'altra il gigante dalla cresta rossa ed un omone grasso e della lunga barba. L'oste era in piedi ed andava e veniva. Non c'erano altri nella locanda.
Quando l'omone dalla lunga barba si voltò verso la finestra, come se avesse sentito la sua presenza, capì che non era quello il momento. Svicolò, rapido e silenzioso, in un vicolo poco distante, da cui poteva tenere d'occhio l'entrata della locanda.
Rimase in attesa per ore. 
Poi decise di avvicinarsi nuovamente alla finestra.
Nessuno...erano spariti.
-Maledettiiiiii...ma non mi sfuggirete....vi troverò...lo giuro...- pensò tra sè e sè, mentre una smorfia di odio, deturpò, per quanto ancora possibile, il suo volto, ed una fiamma di odio iniziò ad ardere nei suoi occhi.

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