IL PALAZZO DELLA PRINCIPESSA ARGENTEA – 18/07 – GaMeMaStEr



La Soglia era sì una cittadina di confine, era sì una città in cui il commercio e le carovane erano all’ordine del giorno, era una cittadina insomma abituata ad avere a che fare con stranezze di ogni tipo, con gente di tutte le razze; ma in tutta sincerità, nani come quelli che quel giorno entrarono in città, non li avevano mai visti.


Selvaggi, erano vestiti solo di alcune pelli che portavano poggiate sulle spalle come mantelli. Ognuno di loro aveva lasciato all’ingresso della città un’ascia bipenne con strani simboli dipinti sopra, ed un elmo di ferro, anche questo con strani simboli dipinti sopra. La cosa che più impressionava però erano le grandi teste rasate ed i tatuaggi che ricoprivano i corpi e le teste. L’aspetto selvaggio e duro era rinforzato da occhi chiari e freddi come il ghiaccio. Granitici.
Passato l’ingresso della città si guardarono intorno e presero la strana che portava nella parte nord di La Soglia. Arrivati davanti alla taverna del Drago Rosso entrarono. Erano in tre, tutti uguali. Sembravano essere stati fatti con lo stampo. Si diressero diretti al bancone, dove Hoblander stava parlottando con un avventore mentre puliva con uno straccio un boccale.
Oste…” disse il primo nano con voce profonda.
Hoblander salutò l’avventore e si spostò dalla parte del bancone dove si trovavano i nani.
Ditemisignori,comepossoesservid’aiuto? Avetebisognodiristorarvi? Viserveunpostodovedormire? ComepuòilDragoRossoesservid’aiuto?” disse Hoblander con il suo solito parlare veloce.
Nulla di tutto ciò. Cerchiamo informazioni. Cerchiamo un nano. Indossa un’armatura come questa…” disse estraendo da una tasca una pergamena su cui era disegnata un’armatura piena di spuntoni appuntiti su tutta la suerficie. Sicuramente non una cosa che si vede tutti i giorni.
Mmmm…fatemi vedere più da vicino…la mia vista non è più come quella di una volta…” Proseguì Hoblander tendendo la mano per prendere la pergamena ed osservare da vicino. Guardato con attenzione il disegno proseguì “…no, non credo di aver mai visto un nano con indosso un'armatura come questa…mi spiace…”.
Il nano si riprese la pergamena e la ripose nella tasca.
Guardò dritto l’oste negli occhi e senza dire nulla tutti e tre i nani uscirono dalla locanda. Si diressero nuovamente all’ingresso della cittadina e riprese le asce e gli elmi si allontanarono verso sud, per poi svoltare nei boschi verso ovest qualche chilometro dopo.

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