RINNEGATI - 03/09/1000 DI - DuNgEoNmAsTeR

Il balzo di Pikel colse alla sprovvista l'elfa.
Sgranò gli occhi.

"Non è possibile..."

Sussurrò a se stessa quelle parole, mentre osservava lo sguardo del nano che passava da essere perso nel vuoto a serio, concentrato, pieno di odio e rivolto verso di lei.

Di quelle fugaci parole, non udite dagli Artigli del Drago, rimase solo una fredda nuvola di vapore davanti al viso dell'elfa.

La reazione fù più fulminea di quello che ci si sarebbe potuti aspettare, anche se già in precedenza aveva dato prova della velocità d'azione di cui era capace.

Lo sguardo si fece serio all'istante e le mani alzate rivolte verso Pikel, e verso i suoi compagni, iniziarono a condensare la fredda aria tutt'intorno. Iniziarono a formarsi dei veri e propri pezzi di ghiaccio tutt'intorno che iniziarono a vorticare intorno alle mani dell'elfa, che con un gesto rapido quanto il batter di ciclia, le trasse a sè per poi spingerle verso i suoi avversari.
Quella che scaturì dalla gracile figura elfica fù una vera e propria tempesta di ghiaccio, come se fosse comparsa dal nulla.

Davanti agli Artigli del Drago, con epicentro la figura sorridente dell'elfa, si palesò dal nulla un muro fatto di neve e ghiaccio tagliente come la lama di un coltello; muro che si stava dirigendo nella loro direzione.

Il rombo che seguì al gesto della loro avversaria riempì la stanza.

Non fu però il rombo della tempesta a riempire la stanza, ma piuttosto il roboante suono come di un terremoto, accompagnato da un forte boato come se l'intera realtà tutt'intorno fosse stata stiratacchiata e poi rilasciata all'improvviso.

Non era la prima volta che succedeva.

Nuovamente quello stiracchiamento della realtà circostante produsse una traslazione nello spazio e forse nel tempo (ma per quest'ultima affermazione ci sarebbe voluto il buon vecchio Phistandantilus, il mago pazzo della torre interrata del centro del Kanato di Ethengard).

Ancora una volta, d'improvviso proprio come negli altri casi, gli Artigli del Drago si ritrovarono nel vecchio tempio sotterraneo, sotto la piazza dei quartieri poveri di Darokin, capitale dell'omonima repubblica.
Questa volta però ad accoglierli ci fu una potente scossa di terremoto, che aprì una grande voragine nel soffitto del tempio o il pavimento della piazza, a seconda di come la si guardava.
Macerie ovunque, in particolare, nell'angolo a nord-ovest i calcinacci si accumulavano l'uno sull'altro fino ad arrivare a pochi metri dalla sommità.

Pikel arrestò la sua corsa che fino a pochi istanti prima era diretta verso la sua avversaria, perchè di lei non vi era più traccia.

Parte delle macerie, nel cadere, distrusse il pozzo.


Fuori era notte fonda e guardando all'insù un cielo  notturno e pieno di stelle era rischiarato da una grande luna piena. Un'immagine di serenità in tutta quella baraonda di eventi che aveva coinvolto il gruppo.

Alla spalle del gruppo, conficcate nel muro, delle schegge di ghiaccio stavano lentamente sciogliendo.

Il piacevole odore della stanza in cui la tempesta di ghiaccio stava per investirli lasciò il posto al penetrante odore di stantio, polvere e muffa.

Era il momento di uscire da quel luogo. Era il momento di fermarsi a ragionare su cosa fare. Era il momento di fare la conta. Ariel si era unita al gruppo, ma Morgon lo aveva lasciato per sempre.

Il mago giaceva disteso in una pozza di sangue.

NON GDR
Lascio a voi decidere se c'è ancora qualcosa che volete fare qui sotto o se invece volete semplicemente uscire ed andarvene.
Buon gioco a tutti quanti!


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