INTERLUDIO - 24/07 - DUNGEON MASTER


Erano le dieci del mattino quando il giovane Maximus aprì gli occhi nella sua enorme stanza. Voltandosi dall’altra parte notò la schiena nuda di una giovane donna. Si voltò ancora una volta e vide uno dei suoi servi con lo sguardo rivolto verso il basso, fisso sul pavimento, con un grosso pitale in mano. Spostando lo sguardo leggermente sulla sinistra, vide sparsi sul pavimento i vestiti, presumibilmente, della giovane donna. Vide anche i suoi di vestiti, ma erano stati accuratamente piegati su di una sedia, poco distante.

Lo sguardo tornò sul servo e sul pitale.
Rimase ad osservarlo, con lo sguardo ancora più inebetito del solito. Piano piano gli vennero alla mente alcune immagini sfocate della sera prima. Una festa in casa sua. Vino. Tanto vino. Gente ovunque. Montagne di cibo. Finalmente i ricordi tornarono alla mente del giovane corpulento.
Si voltò ancora una volta ad osservare la ragazza nuda al suo fianco. Sorrise.

 Si alzò. Grande e forte. Muscoli scolpiti. Spalle larghe. Sguardo da bue grasso. Eh sì, così come il suo fisico sprizzava energia e tonicità, il suo sguardo tradiva una certa semplicità d’animo.
Consegnò il pitale al suo servo e rivestitosi scese al piano di sotto; non prima di aver comunicato al servo del pitale, di cacciare la giovane donna dalla porta di servizio.
 
La mattinata passo senza onore e senza gloria, tra una passeggiata nel grande giardino ed un breve allenamento con la spada con il suo maestro d’armi.
Era l’ora di pranzo quando due dei suoi fidati cugini, convocati, arrivarono. Si sedettero a tavola e Maximus venne subito al punto.
 
<< Cari cugini, ieri è passato un anno dalla morte di mio padre, vostro zio, pace all’anima sua. Ieri sera lo abbiamo onorato come lui avrebbe voluto. Sono giunto alla conclusione che dobbiamo riprendere in mano il piano di mio padre. Dobbiamo riportare in auge la nostra famiglia. Siamo chiamati, noi, per legame di sangue, a portare a termine il suo piano. Proprio noi, proprio laddove un legame di sangue, maledetto sia mio fratello, si mise in mezzo.>>
 
Fece una pausa e la sua mano strinse forte il coltello che aveva in mano.
 
<<Mio zio, vostro padre, pagò caro il suo tradimento. Quando troverò mio fratello, anche lui pagherà la sua fuga, l’abbandono della sua famiglia. Pagherà caro il fatto di aver tradito il sangue del suo sangue.>>

I due giovani cugini, cresciuti all’ombra di Maximus, erano completamente succubi del giovane uomo, nonostante tutti sapessero che il padre di Maximus aveva ucciso il loro padre. 

I tre finirono il pranzo senza dire un’altra parola.
 
Prima che se ne andassero e prendessero congedo, Maximus li abbracciò forte contemporaneamente, facendoli quasi sparire tra le sue braccia. Prima di liberarli sussurrò alle loro orecchie 

<<Date il via alla prima parte del piano. Voglio che ogni minima voce, ogni minimo pettegolezzo, ogni minima novità di questa citt' arrivi alle mie orecchie, siamo intesi? Comprate informatori, ragazzini, mendicanti, mercanti o chi pare a voi. Voglio essere informato di ogni cosa. Non deludetemi!>>
 

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