AVVENTURA A SPECULARUM - 29/07/1000 - DuNgEoNmAsTeR
Il gruppo aveva deciso come muoversi, anche se ognuno con le sue modalità. Dapprima Brandibacco ed Hengist uscirono allo scoperto, nell'oscurità. Brandibacco posò a terra lo zaino e cercò di accendere una fonte di luce. Mentre stavano armeggiando, l'irruenza di Pikel li colse tutti di sorpresa. Il buon nano oltre alla voce sembrava aver ritrovato anche il piglio che contraddistingueva la sua razza. Fece per voltarsi e prendere la via del tunnel che aveva percorso pochi minuti prima quando vide un'ombra passare davanti a lui. Era Riddack. Decisamente più agile e veloce del robusto nano, prese la via del tunnel con un coltello in mano la cui lama lanciò un lieve bagliore nonappena Brandibacco ed Hengist ebbero acceso una fonte di luce.
Raggiunsero in pochi istanti la cantina da cui erano venuti. La cantina della signora Thanato. La stanza era completamente immersa nel buio. La porta che dava verso la casa era chiusa. A tutti venne in mente il cigolio di cardini che avevano sentito prima.
Quel tizio non poteva essere sparito nel nulla. Per cui le soluzioni potevano essere solo due: o il tizio si era infilato in casa, ma la cosa era forse poco probabile, perchè altrimenti avrebbero sentito urlare la signora Thanato; oppure c'era un'altro modo per uscire da quella cantina. Forse il tunnel che avevano percorso non era l'unico.
Questo pensiero attraversò la mente di tutti e quattro gli avventurieri nello stesso istante. Non ci fu bisogno di dirsi nulla. Oguno di loro si avvicinò ad una delle pareti ed iniziò a cercare. Il loro cercare non durò molto. Fu Brandibacco a trovare qualcosa.
La torcia che reggeva in mano ad un certo punto iniziò a traballare come se una folata di vento l'avesse colpita. Per la precisione si trovava nell'angolo a nord-ovest della cantina. Avvicinò la torcia alla parete e la fiamma sembrò danzare, mossa da una leggera brezza. I compagni, al sentire il crepitante mormorio del fuoco della torcia dell'halfling, si voltarono come se un richiamo fosse stato lanciato.
Si avvicinarono. Spostarono la botte che era appoggiata davanti all'angolo e trovarono, nuovamente, una sorta di sporco straccio, che celava un passaggio. Un nuovo tunnel si apriva davanti a loro. Questa volta leggermente più curato, come struttura, rispetto al precedente. Ma l'occhio critico di Pikel era inorridito.
Riddack era sempre davanti, seguito da Pikel, Brandibacco ed Hengist. Si poteva procedere solo uno per volta. Il rumore dei passi veniva attutito dal vecchio legname usato come pavimento, ma lo scricchiolio di quest'ultimo era come una sirena d'allarme per chiunque ci fosse in quei tunnel. Sempre che qualcuno ci fosse. Ad ogni passo leggero di Riddack e Brandibacco seguiva un suono sordo proveniente dai piedi di Pikel ed Hengist.
Dopo circa una decina di metri una relativamente piccola apertura si aprì sul fianco sinistro del tunnel per aprirsi in quella che un tempo poteva essere stata una cantina. Ora era letteralmente un immondezzaio. Macerie, calcinacci, sporcizia. Al bagliore della torcia un gruppo di topi scappò in un angolo della stanza. Un paio di vecchi gradini, ormai in rovina, portavano ad una porta.
Proseguirono ancora qualche metro e videro degli attrezzi da lavoro appoggiati per terra. Poi un tunnel, ancora grezzo, senza sostegni si aprì sulla destra. Il tunnel proseguiva per diversi metri per poi terminare nel nulla.
Ancora qualche metro e l'accesso ad una nuova cantina si aprì sulla destra. Riddack ispezionò velocemente la stanza. Era una cantina ben tenuta e pulita.
Fu in quel momento che alle orecchie dei quattro arrivarono delle voci dal tunnel che proseguiva davanti a loro.
Si avvicinarono ancora un poco.
Brandibacco spense la torcia.
Una leggera luce filtrava da sotto la tenda che celava l'ingresso segreto ad una nuova cantina.
"Oh andiamo!" disse una voce maschile roca.
"Basta!" ufficializzò una seconda voce stridula.
"Buttiamola dentro e chiudiamo sto buco." sentenziò la voce roca.
"Non sarete così stupidi, vero? Già avete fatto un casino a fare quello che avete fatto, per cui ora rimedierete come si deve. Scavate ancora. Voglio quella buca più profonda. Nessuno, oltre a noi deve trovarla!".
Riddack si avvicinò al telo che nascondeva l'ingresso alla cantina. Silenzioso come un gatto. Scostò leggermente il vecchio panno.
Al centro della stanza, tre uomini incappucciati. Due di loro avevano una pala in mano e stavano scavando, un terzo con un piccone. Li osservava. Delle scale salivano su verso una porta aperta. I gradini continuavano in salita. Evidentemente portavano al piano di sopra della casa.
A fianco dell'uomo con il piccone giace a terra un grosso fagotto avvolto in un lenzuolo una volta bianco, ormai sporco, chiuso da una pesante corda in diversi punti.
Dopo circa una decina di metri una relativamente piccola apertura si aprì sul fianco sinistro del tunnel per aprirsi in quella che un tempo poteva essere stata una cantina. Ora era letteralmente un immondezzaio. Macerie, calcinacci, sporcizia. Al bagliore della torcia un gruppo di topi scappò in un angolo della stanza. Un paio di vecchi gradini, ormai in rovina, portavano ad una porta.
Proseguirono ancora qualche metro e videro degli attrezzi da lavoro appoggiati per terra. Poi un tunnel, ancora grezzo, senza sostegni si aprì sulla destra. Il tunnel proseguiva per diversi metri per poi terminare nel nulla.
Ancora qualche metro e l'accesso ad una nuova cantina si aprì sulla destra. Riddack ispezionò velocemente la stanza. Era una cantina ben tenuta e pulita.
Fu in quel momento che alle orecchie dei quattro arrivarono delle voci dal tunnel che proseguiva davanti a loro.
Si avvicinarono ancora un poco.
Brandibacco spense la torcia.
Una leggera luce filtrava da sotto la tenda che celava l'ingresso segreto ad una nuova cantina.
"Oh andiamo!" disse una voce maschile roca.
"Basta!" ufficializzò una seconda voce stridula.
"Buttiamola dentro e chiudiamo sto buco." sentenziò la voce roca.
"Non sarete così stupidi, vero? Già avete fatto un casino a fare quello che avete fatto, per cui ora rimedierete come si deve. Scavate ancora. Voglio quella buca più profonda. Nessuno, oltre a noi deve trovarla!".
Riddack si avvicinò al telo che nascondeva l'ingresso alla cantina. Silenzioso come un gatto. Scostò leggermente il vecchio panno.
Al centro della stanza, tre uomini incappucciati. Due di loro avevano una pala in mano e stavano scavando, un terzo con un piccone. Li osservava. Delle scale salivano su verso una porta aperta. I gradini continuavano in salita. Evidentemente portavano al piano di sopra della casa.
A fianco dell'uomo con il piccone giace a terra un grosso fagotto avvolto in un lenzuolo una volta bianco, ormai sporco, chiuso da una pesante corda in diversi punti.
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