RINNEGATI - 03/09/1000 DI - DuNgEoNmAsTeR

NON GDR
Se qualcuno vuole fare altre domande a Pikel in flash back non ci sono problemi, scrivete tranquilli.

Io intanto mando un poco avanti la vostra esplorazione

GDR
Tornarono sui loro passi per esaminare se il passaggio segreto si aprisse anche dall'interno, ma non trovarono nulla, anche se Pikel esaminò con dovizia di particolari l'intera lastra e le pareti sotto di essa. 
Quella sembrava essere una via d'ingresso. Se era così però doveva essercene una d'uscita. Almeno così speravano gli Artigli del Drago.

Tornarono dunque sulla piattaforma. Il loro cammino era illuminato dalla sola lanterna di Morgon. Brandibacco e Pikel potevano usufruire della loro infravisione ed infatti procedevano leggermente più avanti. Paradossalmente la luce della lanterna interferiva con la loro particolare abilità. Ayame e Morgon invece, senza la luce della lanterna non avrebbero saputo dove muoversi.

Decisero dunque di scendere le scale. Erano scivolose, ricoperte com'erano di muschi e di umidità. Le pareti erano ricoperte di lastroni di pietra ben levigati. Da una prima analisi decisamente sommaria, visto che quello non era nè il tempo nè il luogo in cui soffermarsi; sembrava che le pareti fossero state ricoperte di pitture, immagini, di cui ora rimanevano labili e sporadiche tracce.


Proseguirono lungo la scalinata e giunsero in una stanza. La lanterna illuminò quattro grandi colonne che giocando con la luce irradiavano strane ombre lungo le pareti. Le colonne erano così composte: sui due lati che guardavano verso le pareti le colonne erano liscie, mentre sui due lati che guardavano alle altre colonne c'erano intagliate delle statue. Ogni statua era diversa dall'altra.
Appena entrati sulla colonna di destra, c'era raffigurata una strana figura, sembrava all'apparenza un uomo, anche se qualcosa lo rendeva stravano. Esaminandola più a fondo notarono che la stranezza della statura derivava dal fatto che un braccio sembrava appartenere ad un uomo grasso, il braccio destro terminava con una mano pelosa con degli artigli molto lunghi. La gamba destra sembrava normale. Quella sinistra sembrava formata da un ammasso di carne informe. Il volto della statua era completamente senza lineamenti, come se una maschera informe fosse stata calata su quel volto.
Di fronte a questa statua ce n'era un'altra. La statua raffigurava una bellissima donna con una benda su di un occhio. Il vestito che indossava ed i capelli sembravano mossi da un vento impetuoso.
A seguire, sulla stessa colonna , ma su di un altro lato c'era raffigurata una bellissima elfa. Molta cura era stata dedicata al volto della statua. Bellissimo, quasi vero. 
A seguire su di una nuova colonna era stato raffigurato un nano guerriero in armatura e con un arsenale di armi tutt'intorno. Il volto era celato da un elmo cornuto.
A seguire era raffigurata una halfling, piccola e dal volto carino, simpatico. Volto che contrastava con gli uccelli (sembravano corvi) che l'attorniavano.
Era poi la volta di un umano seminudo, che indossava solo una specie di mutanda a coprire il bacino. Capelli arruffati e sguardo torvo. Teneva in mano un nodoso bastone di legno.

Uno dei lati delle colonne, che avrebbe dovuto ospitare una statua, seguendo l'ordine delle altre, era invece liscio.

L'artista di quelle statue era stato molto bravo. Le statue erano di notevole fattura. 

La stanza, nella sua parete a destra, recava un'apertura che conduceva su delle scale che salivano. Queste scale erano però aperte sul vuoto. Non erano circondate da pareti. Proseguivano per un paio di metri nel vuoto e poi s'interrompevano diroccate. La fioca luce della lanterna non vedeva dall'altra parte, ma l'infravisione di Pikel e Brandibacco distingueva la sagona della prosecuzione dei gradini.

Dritto davanti a loro dei gradini scendevano verso il basso.

In quel posto non sembrava esserci anima viva e non si percepivano rumori, se non rumore come di acqua provenire da più in basso.

 

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