UN PROBLEMA SORGE AD OVEST - 25/08/1000 DI - DuNgEoN mAsTeR

Quella breve pausa, usata da Brandibacco, Ayame e Pikel per recuperare le forze, grazie anche all'aiuto di pozioni o miele magico, sembrò durare molto di più. Tutto si fece silenzio intorno, anche da fuori de lcastello, per quel breve istante, non pervennero rumori di battaglia.
Poi tutto tornò a fluire come prima di quella pausa. L'acre odore di quelle bestie immonde tornò a penetrare le narici degli Artigli del Drago, e la battaglia tornò ad imperversare più violenta che mai.
Pikel fece il primo passo verso il corridoio, con cautela per evitare di fare troppo rumore nel calpestare i tavolacci di legno che componevano il pavimento. Non appena poggiò il piede a terrà il suo peso fece scricchiolare in maniera preoccupante il legno sottostante. Un rumore del genere, nel silenzio completo in cui sembrava immerso il castello, avrebbe attirato tutte le guardie; ed invece non fu così. Lo scricchiolare, che effettivamente ci fù, forte e fastidioso, non fu udito da alcuno. Un urlo bestiale lo coprì. Un urlo che nessuno degli avventurieri aveva mai avuto modo di sentire in vita propria. Più simile ad una specie di ruggito. Tanto potente da atterrire chiunque. Arrivava dall'esterno, da oltre le mura, facilmente, lo scontro per una della due fazioni in lotta all'esterno, la battaglia non sarebbe più stata la stessa. Ma li dentro, non c'era nessun altro che non fossero loro.

Gli Artigli del Drago si guardarono intorno, nessun movimento. Avanzarono sino alla prima apertura sulla sinistra. Buttarono l'occhio all'interno e videro una sorta di salotto semi nascosto, ben arredato, ma decisamente abbandonato ed inutilizzato da diverso tempo. Un odore forte di chiuso, marcio e polvere riempì le narici.

Avanzarono ancora lungo il corridoio e si fermarono davanti alla doppia porta in legno, intarsiata con lo stemma dell'aquila dalle ali aperte, emblema della famiglia Von Hendriks. Riddack la esaminò e ne concluse che era aperta.
Il piccolo Brandibacco si spinse ancora un poco avanti nel corridoio, fino alla successiva apertura per osservare un altro salotto abandonato speculare al precedente. 
Tornò nel gruppo appena in tempo per assistere all'aprirsi in contemporanea dei due battenti. Si aprirono all'unissono, sbattendo rumorosamente contro le pareti, senza che nessuno le toccasse.
Erano dunque attesi?

Da quel grande portone si apriva una stanza molto molto grande. Un colonnato a destra ed uno a sinistra sorreggevano un'alta volta a crociera. Ogni colonna, squadrata su tutti e quattro i lati, recava quattro torce. Le fiamme che illuminavano a giorno la stanza, nel loro ondeggiare al minimo spostamento d'aria, creavano un'atmosfera lugubre. In fondo alla sala c'era un trono posizionato su un ampio piedistallo. Appena quattro lunghi gradini separavano il trono dal pavimento. 
La stanza davanti ai loro occhi aveva però qualcosa di strano, non  tornava con le dimensioni che avrebbe dovuto avere se confrontata con le dimensione del corridoio che poco prima aveva percorso. Insomma, la stanza che avevano davanti agli occhi era molto più alta, lunga e larga di quello che avrebbe dovuto essere.
Seduto sul trono un figuro barbuto, dallo sguardo truce, dai capelli fulvi sedeva tranquillo, appoggiando il peso della testa su un avambraccio, a sua volta poggiato con il gomito al bracciolo.
Questo inquietante figuro dallo sguardo leggermente pazzo sussurrò al figuro vicino a lui <<Sono loro?>>.
Nella figura che aveva appena parlato, gli Artigli del Drago riconobbero la descrizione che era stata fatta loro da Willow, del Barone Von Hendriks in persona.
La figura a cui si rivolse era un vecchio, dalla  barba lunga, davvero molto lunga ed i capelli altrettanto. Viso magro e scavato, sguardo di ghiaccio. Indossava una tunica il cui colore principale era il nero con delle rune di tanto in tanto a colorarla. In testa una specie di mezza luna lo rendeva ancora più alto. Al collo un pendaglio appesa faceva bella mostra di sè poggiando nel bel mezzo del petto. Poggiava il peso del corpo ad un nodoso bastone. Senza spostare lo sguardo dal gruppo appena apparso sulla soglia della sala del trono, il vecchio mago (perchè era evidente che si trattava di un mago) rispose  <<Sì e no... sono loro e non sono loro allo stesso tempo>>. Terminata la frase l'abbozzo di un ghigno comparve sulla sua guancia.

Ai piedi della piattaforma altre due figure completavano il quadretto.  Una era quella di un mago, non più giovanissimo, ma nemmeno così vecchio. Una tunica viola, capelli neri, leggermente sporcati di bianco, ed uno sguardo malvagio e glaciale. Pareva una versione giovane del mago più vecchio in cima la piedistallo. Al fianco un figuro giovane che gli Artigli del Drago conoscevano già... si trattava di Catharandamus, il giovane chierico già affrontato e sconfitto, nella loro prima avventura, il quale sorrise nel vederli comparire, ma un'ombra di stupore e preoccupazione attraversò i suoi occhi...

NON GDR
E per ora mi interrompo qui... suspence!
Lascio a voi giocare eventuali reazioni, dialoghi tra di voi o con i personaggi all'interno della stanza, o azioni che intendete intraprendere. Io mi muoverò anche in base a cosa deciderete di fare da questo momento in poi.
Prossimamente nuovi sviluppi in arrivo ;)

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