RINNEGATI - 03/09/1000 - Brandibacco

Brandibacco si fermò a pensare, frastornato e silenzioso (stranamente per lui)...
Tutta quella serie di eventi, Morgon che cadeva, Pikel fuori di sè, la sua rabbia contro l'elfa, il serio rischio di venire da lei ucciso dopo il suo gesto di stizza, Pikel che tornava in sè e caricava quell'essere, gli ultimi istanti vissuti come in un sogno, le schegge di ghiaccio che stavano per colpirli ed ora... il nulla, il silenzio, la quiete, l'assenza di presenze ostili e il ritorno improvviso del "qui e ora" dopo aver provato una sorta di "là e in un altro tempo"...



Passarono diversi minuti, gli altri Artigli del Drago immobili come lui a soppesare i tanti strani eventi degli ultimi istanti ed ora quella calma quasi innaturale...
Ayame, Pikel, Ariel sembravano di pietra, come lui, lo sguardo che volgeva dalle macerie al cielo, agli altri compagni...



Infine i suoi occhi si spostarono sul corpo esanime di Morgon, e come una pugnalata gelida un fitto dolore scese lungo le sue ossa...
Si riscosse e parlò agli altri, con voce bassa e tremolante:
"Dobbiamo andarcene di qui... Ma non possiamo lasciare il corpo di Morgon quaggiù... "
Vide Ayame che annuiva, pensosa... "Qualcuno di noi..." la voce fu rotta da un singulto, mentre Ariel si avvicinò al corpo del mago, come per provare a svegliare un amico che stesse dormendo da troppo tempo... " ...qualcuno di noi dovrebbe caricarsi del suo corpo per portarlo via di qui..."



Lo sguardo dell'halfling cadde su Pikel, l'unico del gruppo che avesse la forza sufficiente per sobbarcarsi il pietoso compito, ma anche colui che, sebbene soggiogato dall'elfa, aveva posto fine alla vita del Mago...
Il Nano era ancora fermo immobile in un angolo, come a soppesare cupamente l'ultimo tragico succedersi degli eventi...
Come avrebbe reagito, ora?
Come si sarebbe scosso da un evento così traumatico?
Cosa avrebbe fatto?



Brandibacco ormai lo stava fissando da un istante che pareva infinito...
Pikel?...
Pikel, amico?

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