Qualcuno dei membri del gruppo stava per replicare a Morgon, ma prima che potessero farlo, l'attenzione di tutti venne attirata ancora una volta dalla cittadina di Forte Destino. Urla. Urla di molte persone salirono fino al cielo. Gli orchi le stavano radunando in quella che sembrava essere la piazza principale della cittadina (numero 3). La gente veniva ammassata nella pizza e guardata a vista da orchi in armatura nera. Un grande orco, sedeva su quella che sembrava essere una pila di stracci, e grugniva comandi a tutti quanti. La gente continuava ad urlare e gli orchi che dovevano tenerli a bada li stuzzicavano con lunghe alabarde. Un altro evento stava accadendo ed attirò l'attenzione del gruppo. Dalla fortezza che dominava la cittadina (fuori dalla mappa a nord), una leggera nebbiolina stava scendendo a valle. Quel bianco candore che stava scendendo fece da sfondo ad una cosa che fino a quel momento era rimasta come mimetizzata avendo come sfondo il verde e marrone

" Ben detto...piccolo Brandibacco! " esordì Morgon guardando la città e gli orchi che scorrazzavano in giro cercando riparo. " Non sarà però un'impresa facile... " si fermò. " Riddack, datti una mossa e vai in avanscoperta...eviteremo imboscate inutili... Pikel davanti ad aprire la fila... seguiremo io ed il piccoletto... Ayame tu mettiti in coda, e tieni gli occhi aperti... quei pelle verde sanno essere viscidi nel scivolare alle spalle... " disse l'ultima frase con tono molto diretto... il tono che i compagni si ricordavano... facilmente fraintendibile. L'animo di Morgon aveva come l'impressione che dentro le mura della città e soprattutto dentro al palazzo che dominava Forte Destino, avrebbero trovato alcune risposte che il gruppo stava cercando... e magari anche qualche informazione su come e dove trovare Hengist. Fremeva per quella pausa...fremeva ma voleva aspettare di sapere cosa ne pensavano gli altri in merito alla sua pr

Brandibacco, ancora scosso dalla battaglia col drago e dal "tuffo" attraverso il portale, aveva seguito senza proferir parola (cosa ben strana per lui!) il gruppo dei suoi amici attraverso le gallerie di risalita dal dungeon... Come gli altri Artigli del Drago si era poi fermato ad osservare la città fortificata sotto di loro, respirando a pieni polmoni l'aria fresca delle colline dopo tanto tempo trascorso sottoterra... Come scosso dal ritorno alla realtà, si accorse che erano come pellegrini in terra straniera, probabilmente ostile, in un momento non ben precisato e in una situazione tutta da verificare! Lì vicino, tra le colline, da qualche parte, avrebbe dovuto ancora esserci la Maeltrom (o almeno così speravano...), approdo sicuro per loro, ma prima bisognava capirne un po' di più su ciò che li circondava... "Bene, io dico che conviene, ovviamente in pieno anonimato e senza dare troppo nell'occhio, scendere verso la città per capire che succede, do

Il gruppo decise allora di muoversi. Si lasciò alle spalle la caverna del portale. Si diresse verso la porta segreta che gli orchi avevano lasciato aperta alle loro spalle. La porta dava su un corridoio che terminava su un'altra porta segreta, una parete di pietra; anche questa era stata lasciata aperta per la fretta della fuga. Procedendo oltre la seconda porta segreta gli Artigli Del Drago si ritrovarono in quelle che parevano essere delle miniere. Praticamente identiche a quelle della che già avevano percorso con l'aiuto di Thorgrim Forgiarune, nell'altra dimensione. In lontananza l'eco di urla e grugniti risuonava come se la fuga fosse ancora in corso. Le miniere erano illuminate da torce appese alle pareti. In questo momento, in questa ultima sezione delle miniere, non c'era anima viva che si muoveva.  La risalita verso l'ingresso delle miniere era la loro unica possibilità.  S'incamminarono.  Di tanto in tanto la risalita degli avventu

GDR Pikel era felicissimo di aver nuovamente al suo fianco Morgon. Fu quasi sorpreso quando, avvicinatosi a lui per ringraziarlo di tutto, Morgon mostrò quel lato di sè socievole e spensierato che con rarità ha trapelato negli anni. Tendenzialmente era solito mostrare il suo lato burbero ed invece in quel momento il suo atteggiamento fu ben differente. Ad uno sguardo più approfondito però colse nei suoi occhi anche un velo di dolore e sofferenza, sicuramente lascito della brutta esperienza affrontata, che in tutti i modi l'amico cercava di nascondere a loro. Forse era sua intenzione non pesare anche sugli amici la sua sofferenza o forse non se la sentiva di condividere ancora con loro quanto vissuto. Fatto sta che Pikel decise per ora di non affrontare l'argomento promettendosi però di indagare più avanti sulle sue reali condizioni psico fisiche. Accolse con favore la sua volontà di voler uscire, anche lui riteneva necessario muoversi al più presto, le brutte sorprese pot